Un tratto di corso Mazzini questa mattina
Prima giorno da ‘zona arancione’ per le città della regione. Anche Ancona si è svegliata con le nuove restrizioni imposte dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Penalizzate soprattutto le attività che somministrano cibi e bevande: i locali devono stare chiusi H24. L’asporto è possibile fino alle 22, la consegna a domicilio non ha orari di limitazione. Ma come è andata la prima mattinata ‘arancione’? Non tutti i locali hanno aperto. Alcuni, che solitamente la domenica erano operativi, hanno deciso di abbassare le saracinesche. Una scelta, forse, anche dettata dalla necessità di prendere atto dei nuovi limiti e capire come poter rimodulare la propria attività per il take away e l’opzione a domicilio. Alcuni, comunque, hanno optato per il debutto con la nuova veste. Questa mattina, ovviamente, le ordinazioni più gettonate sono state il caffè e il cappuccino. Attorno all’ora di pranzo non sono poi mancate le classiche paste domenicali da gustarsi a casa. Verso le 13 il centro cittadino era pressoché vuoto. Certo è che l’amarezza da parte degli esercenti è palpabile. Soprattutto per coloro che avevano già fatto ordini dai fornitori. O coloro che comunque avevano prenotazioni per il pranzo di oggi. La stretta decisa dal Governo (e criticata dal governatore Acquaroli) è stata commentata ieri (leggi l’articolo) dal segretario generale della Confartigianato Marco Pierpaoli che ha spiegato come il passaggio da zona ‘gialla’ a ‘arancio’ sia «arrivato senza preavviso». «Un provvedimento – ha detto – che arriva all’improvviso, con modalità inadeguate e tempistiche che evidenziano mancanza di attenzione verso chi lavora seguendo con tanti sacrifici le regole».
(Redazione CA)
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