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Capitale Italiana della Cultura:
«Tanta propaganda, pochi fatti»

LA RIFLESSIONE di Altra Idea di Città: «Ma siamo sicuri che vincere il bando in questo momento sia un fatto totalmente positivo?»

Il consigliere comunale di Ancona di Altra idea di città, Francesco Rubini

 

«Diciamocelo chiaramente: Ancona, per la sua storia e cultura millenaria, meriterebbe di essere capitale della cultura perché rappresenterebbe una fondamentale occasione per il rilancio della città dal punto di vista turistico, culturale e artistico. Ma siamo sicuri che vincere il bando in questo momento sia un fatto totalmente positivo? Innanzitutto il titolo del dossier presentato per la candidatura non rende onore alla città: “Ancona, la cultura tra l’altro”. Ma che titolo è? E’ degno di una città che si candida ad essere capitale della cultura?» Così il gruppo politico Altra Idea di Città, coordinato dal consigliere comunale Francesco Rubini, sulla candidatura di Ancona per il 2022 a Capitale Italiana della Cultura. Dopo una prima scrematura, è rientrata tra le dieci città finaliste. «Si è preferito dare priorità a tante altre cose rispetto alla cultura, ed è una scelta ovviamente politica, legittima, che però ha tutta una serie di ripercussioni negative per la valorizzazione storico-artistica della città. Quindi Ancona, tra le tante cose, ha anche un suo lato culturale, nascosto, dimenticato, trascurato. Poi ci sono le conseguenze di una possibile vittoria del bando – ha riferito Altra Idea di Città -. Ancona diventerebbe Capitale della Cultura Italiana 2022, tra poco più di un anno, e la città sarebbe completamente impreparata sia a livello di accoglienza turistica, sia per quanto riguarda la tutela dei beni archeologici, sia per la scarsa valorizzazione degli importanti musei cittadini. Se vince Ancona, si rischia di non poter accogliere tutti i potenziali visitatori che vorrebbero godere della nostra bella città, dove le strutture ricettive sono sempre meno. Si rischia di non fare assolutamente in tempo a sistemare monumenti e beni archeologici attualmente abbandonati a loro stessi e in attesa di seri interventi conservativi. Si rischia di presentare una pinacoteca civica (senza direttore) che, se i lavori di ampliamento degli spazi non partono a breve, sarà un cantiere. Si rischia, inoltre, di far vedere un Porto Antico che, invece di farsi bello per l’occasione, si “arricchisce” di una bella banchina nuova (con tanto di grande nave da crociera) e di ulteriore cemento nell’area di Fincantieri, proprio quello che ci vuole per soffocare definitivamente il meraviglioso Arco di Traiano, che in 1900 anni di storia non ha mai visto tante oscenità. Ecco cosa significa la frase “Ancona, la cultura tra l’altro”. Ora capite perché è difficile vedere il bicchiere mezzo pieno? Dallo “speriamo di vincere” al “rischiamo di vincere” il passo è breve. Meglio aspettare e provare a vincere quando si è veramente pronti. Ancona merita di diventare Capitale della Cultura Italiana, ma con progetti seri e a lungo termine. E non dimentichiamocelo: Ancona è una città d’arte, tra l’altro».

Capitale italiana della Cultura, Ancona tra le dieci città finaliste «Continuiamo a costruire il futuro»

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