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Giampieri ai saluti:
«Lascio un porto in trasformazione
Africano ci metta cuore e passione»

ANCONA – Il presidente dell'Autorità portuale traccia un bilancio della reggenza durata otto anni e fatta di progetti che hanno cambiato il volto dello scalo: «Rispetto le decisioni, nessun tipo di polemica. Come mi sento? Mi sono mangiato due barattoli di Nutella»

Rodolfo Giampieri

di Martina Marinangeli

«Se mi chiedete come mi sento, devo dire che ho avuto giornate migliori. Mi sono mangiato due barattoli di Nutella». Un’ironia dolce-amara quella con cui il presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico Centrale, Rodolfo Giampieri, commenta la mancata riconferma al timone, passato al romano Matteo Africano, fino ad oggi nel comitato di gestione dell’Authority del Tirreno Centrale. Un passaggio di consegne spinto dai governatori di Marche ed Abruzzo Acquaroli e Marsilio, entrambi targati Fratelli d’Italia, nonostante una schiera variegata e trasversale– che andava dalla Fiom a Confindustria, per dire – fosse scesa in campo per sostenere il presidente ormai ai saluti.

Giampieri con il governatore Acquaroli all’ex Tubimar

Giampieri, quali sono i progetti più importanti che lascerà in eredità al suo successore?
«C’è in atto una trasformazione del porto: oggi finisce una storia, un mandato, ma sono sicuro che chi arriverà saprà mandare avanti con grande decisione i nostri progetti. Due le cose che ritengo più importanti: il prolungamento della banchina 27 ed il collegamento tra il porto e la grande viabilità, indispensabili per crescere in maniera seria. E poi i binari sulla banchina – purtroppo l’incendio che ha devastato la Tubimar ha rallentato notevolmente il progetto – per caricare i container direttamente sui treni, sempre nella logica della sostenibilità che è ormai un valore imprescindibile».

L’elenco è lungo. 
«Molto rilevante è anche il banchinamento del Molo Clementino, per esempio: alla ripresa delle crociere, sarà uno degli elementi che potrebbero caratterizzare la città, ma soprattutto la possibilità di un mercato nuovo, una ricchezza diffusa per il territorio ed un porto sempre più delle Marche e non solo di Ancona. Infine, il miglioramento della condivisione progettuale dell’Autorità di sistema per i porti da Pesaro ad Ortona, andando sopra i campanili e dentro l’economia, per creare occupazione.

Il Porto Antico

Quale consiglio si sentirebbe di dare a chi verrà dopo di lei?
«Di metterci tanto cuore e tanta passione. Ed una visione internazionale. Sono convinto sia una persona che farà queste cose. Al nuovo presidente lascio progetti che può cambiare, idee che può trasformare, ma il grande valore sta nella qualità della struttura e delle persone che ci lavorano. E quella rimane».

Cosa c’è nel futuro di Giampieri nel post presidenza dell’Authority?
«Cosa farò da grande? (ironizza, ndr). Adesso ho solo bisogno di qualche mese di riposo».

Per arrivare pronto alle elezioni comunali del 2023?
«No no».

Come giudica le modalità del passaggio di consegne tra lei ed Africano? Lo vede come uno sgambetto politico?
«Ho un rispetto assoluto per le istituzioni e le scelte fanno parte delle responsabilità di ognuno: quando inizi queste cose sei preparato anche a situazioni che possono cambiare. Rispetto le decisioni. Nessun tipo di polemica».

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