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Una speranza per i malati oncologici,
la Regione autorizza la Car-T Cell:
«L’alba di una nuova terapia»

ANCONA - La cura potrà essere impiegata per contrastare il linfoma non Hodgkin, la malattia che due anni fa ha strappato alla vita il 34enne Lorenzo Farinelli. Le Marche sono tra le prime regioni d'Italia a sperimentare il metodo innovativo, nato negli Stati Uniti. «Le possibilità di guarigione sono del 50%. Prima erano inferiore al 5%»

Un momento della conferenza di questa mattina

di Alberto Bignami

L’impiego della terapia Car-T-cell per la cura specializzata del linfoma non Hodgkin è stata autorizzata dalla Regione Marche. «Siamo tra le prime regioni in Italia – ha detto l’assessore alla Salute, Filippo Saltamartini – a curare questa patologia oncologica con metodi innovativi che, fino a qualche anno fa, si potevano fare solo negli Stati Uniti». Un metodo decisamente unico, poiché i centri sono pochissimi nel nostro Paese e questa cura, come l’ha definita lo specialista ematologo, Guido Gini: «E’ l’alba di una nuova terapia. Le speranze di guarigione superano il 50% per una popolazione che prima aveva una possibilità inferiore al 5%».

Lorenzo Farinelli

Il linfoma non Hodgkin è la malattia che nel febbraio 2019 ha strappato alla vita Lorenzo Farinelli, il medico-attore anconetano di 34 anni che aveva lanciato sul web un appello per raccogliere fondi per accedere alle cure sperimentali.  «E’ un’ottima notizia – ha detto Amalia Dusmet, presidente della Fondazione Lorenzo Farinelli e madre del 34enne -. Quando mi è giunta la lettera da parte del primario del Reparto Ematologia Ospedali Riuniti, Attilio Olivieri insieme al dottor Gini, che hanno avuto la delicatezza di invitare la Fondazione, sono rimasta combattuta tra due sentimenti opposti: da una parte la recrudescenza di un dolore fortissimo, mai sopito; e il dolore di non aver potuto per mio figlio, avere questa possibilità. Oggi però la possibilità di curare attraverso le Car-T ci viene data, viene data ad Ancona, viene data alla clinica di Ematologia dove Lorenzo è stato seguito con professionalità e amore».
Ma cos’è la Car-T? «Si tratta di un trattamento importantissimo – è stato detto durante la conferenza tenutasi questa mattina a Palazzo Raffaello, con la presenza anche del primario del Reparto Ematologia Ospedali Riuniti, Attilio Olivieri e il direttore generale ospedali riuniti, Michele Caporossi – che la Regione, fra le prime in Italia, è in grado di offrire ai pazienti oncologici presso il reparto di Ematologia della Clinica Universitaria». Acronimo dall’inglese “Chimerie Antigen Receptor T cell therapies”, cioè “Terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico per antigene”, «le Car-T sono nuove terapie personalizzate contro il cancro, che agiscono direttamente sul sistema immunitario del paziente per renderlo in grado di riconoscere e distruggere le cellule tumorali (immunoterapie)».

Amalia Dusmet e l’assessore Saltamartini

Rientrano tra le cosiddette terapie avanzate, frutto dei progressi scientifici nel campo della biotecnologia cellulare e molecolare. «Nello specifico – è stato spiegato -, sono terapie geniche, poiché agiscono attraverso l’inserzione di materiale genetico all’interno delle cellule dell’organismo umano».  Le Car-T, infatti, utilizzano specifiche cellule immunitarie (i linfociti T), che vengono estratte da un campione di sangue del paziente. Vengono poi modificate geneticamente e coltivate in laboratorio per essere quindi re-infuse nel paziente per attivare la risposta del sistema immunitario contro la malattia. Si tratta di una tecnologia altamente innovativa, ed è stata inizialmente sviluppata dall’Università della Pennsylvania. Il primo trattamento è stato somministrato nel 2012 negli Stati Uniti a una bambina di 7 anni che non rispondeva alle terapie classiche. Si è finora rivelata efficace per alcuni tumori ematologici, anche se in tutto il mondo sono in corso sperimentazioni per altre indicazioni terapeutiche. «Le terapie Car-T rappresentano la prima forma di terapia genica – è stato detto- approvata per il trattamento della leucemia linfoblastica B e di alcune forme aggressive di linfoma non-Hodgkin.
Rispetto alle terapie “convenzionali”, le Car-T permettono di ottenere remissioni complete anche in fasi di malattia molto avanzate. Inoltre, a un anno dall’infusione di Car-T, la maggior parte dei pazienti che ha ottenuto una remissione, è ancora viva e libera dalla malattia. In Italia, i centri in cui si potranno effettuare le infusioni di Car-T – è stato aggiunto – sono identificati dalle Regioni e possiedono tutte le autorizzazioni previste per legge. Il processo per la produzione e somministrazione delle Car-T è infatti molto complesso e necessita di un adeguato monitoraggio clinico del paziente dopo l’infusione del trattamento».

E’ morto Lorenzo Farinelli, il medico malato di linfoma

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