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Elica: «L’azienda pronta al dialogo
e a progetti di reindustrializzazione»

VERTENZA - La multinazionale di Fabriano rinnova l'apertura alla revisione del piano industriale e all’adozione di strumenti idonei a diminuire l’impatto sociale come gli incentivi all’uscita. «Lo sciopero a Castelfidardo ha registrato una bassissima adesione, pari al 14,8%, da parte dei dipendenti di Fime. Ha aderito solo parte del personale degli stabilimenti di Mergo e Cerreto» specifica

I vertici di Elica al confronto in regione con il presidente Francesco Acquaroli

 

«Elica è pronta al dialogo». Lo ribadisce in un comunicato la multinazionale di Fabriano nel giorno dello sciopero e del presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento Fime, azienda fidardense del gruppo non interessata dal nuovo piano industriale. L’azienda, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti, ha presentato il piano strategico 2021-2023 lo scorso 31 marzo annunciando 409 esuberi, delocalizzazione in Polonia del 70% delle produzioni italiane, la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi e il ridimensionamento di alcuni reparti di quello di Mergo. Lo spiraglio si è aperto dopo il confronto avvenuto la scorsa settimana tra il governatore delle Marche Acquaroli, il vice presidente Carloni, l’assessore regionale Stefano Aguzzi e i vertici aziendali.

Sulla mobilitazione delle maestranze promossa oggi dalle sigle sindacali presso lo stabilimento di Castelfidardo, l’azienda sostiene che «ha registrato una bassissima adesione da parte dei dipendenti di Fime – Elica Motors Business Unit, pari al 14,8%. Ha, quindi, partecipato allo sciopero solamente parte del personale degli stabilimenti di Mergo e Cerreto». Elica torna poi a ribadire che «il piano industriale non prevede alcun impatto occupazionale al plant di Castelfidardo anzi, sono previsti investimenti tali da consentire il raggiungimento di prestazioni sull’area motori superiori alle attuali. La multinazionale conferma infine «la disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali come già dichiarato durante il tavolo convocato dalla Regione Marche e come riportato dal presidente Francesco Acquaroli. In quella sede, l’azienda ha già espresso una significativa apertura al dialogo sulla revisione del piano industriale oltre che sull’adozione di strumenti idonei a diminuire l’impatto sociale quali la reindustrializzazione e gli incentivi all’uscita».

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