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Vertenza Elica, l’azienda disponibile
al dialogo anche al tavolo del Mise
«su presupposti per un futuro competitivo»

FABRIANO - La multinazionale rinnova l'apertura al confronto con le organizzazioni sindacali sulla diversificazione industriale del sito di Cerreto, sulle forme di flessibilità dell’orario di lavoro a Mergo, su incentivazioni all’uscita e propone di iniziare a individuare «le categorie di prodotto che, grazie all’elevata specializzazione e qualità della manodopera, potrebbero continuare ad uscire dalle linee di produzione italiane»

Un momento dell’incontro di ieri in Regione tra sindacati e azienda

 

 

Elica S.p.A. ha partecipato ieri in Regione, insieme alle organizzazioni sindacali, all’incontro convocato dal goveratore delle Marche,  Francesco Acquaroli, per approfondire i contenuti dell’apertura al dialogo (già dichiarata dalla multinazionale) e per ascoltare eventuali proposte su come mantenere il lavoro in Italia limitando la delocalizzazione. «Nonostante questa disponibilità, non si è potuti arrivare ad un vero e proprio confronto di merito in quanto, sin da subito, i sindacati si sono dimostrati fermamente convinti che l’oggetto della discussione non poteva essere trattato in sede regionale ma necessariamente a livello nazionale. – sottolinea una nota della multinazionale di Fabriano,
leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti  – Elica ha ribadito di essere disponibile al dialogo e pronta ad un ampio approfondimento con le parti sociali sia presso il tavolo della Regione Marche che con il Ministero dello Sviluppo Economico. L’azienda ha confermato la volontà a rivedere profondamente il piano industriale, purché tale rivisitazione garantisca i presupposti dello stesso, e quindi riesca a favorire un futuro competitivo a tutto il gruppo. Per Elica il dialogo può proseguire a partire dalle misure necessarie per mantenere il lavoro in Italia, riducendo il numero degli esuberi e successivamente dialogando su tutti gli strumenti utili a gestire le ricadute sociali».

L’azienda propone quindi di iniziare «dall’individuazione delle categorie di prodotto che, grazie all’elevata specializzazione e qualità della manodopera, potrebbero continuare ad uscire dalle linee di produzione italiane, – si legge nel comunicato – con l’obiettivo di ridurre l’impatto occupazionale del piano». Elica si dice pronta inoltra a mettere in discussione il modello organizzativo dello stabilimento di Mergo «per cercare di individuare forme di flessibilità dell’orario di lavoro con criteri, modalità e soggetti interessati che potranno essere individuati di concerto con le organizzazioni sindacali». Accanto a queste misure, che l’azienda considera prioritarie, «ci si potrà poi confrontare su strumenti atti a gestire l’impatto sociale quali la diversificazione industriale del sito di Cerreto, – chiude la spa – le incentivazioni all’uscita e i prepensionamenti. Elica, consapevole dell’importanza del dialogo, è pronta ad un ampio approfondimento su tali proposte e su quelle che avanzeranno le organizzazioni sindacali sia sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico che su quello della Regione Marche».



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