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Vertenza Elica a una prima svolta:
«C’è l’accordo per mantenere
la produzione del ‘Tesla’ in Italia»

LAVORO - E’ la novità emersa stamattina nel confronto sul piano industriale al tavolo territoriale. L'azienda si è impegnata a continuare a realizzare negli stabilimenti marchigiani il prodotto 'top di gamma'. «Rimane però ancora troppo alto il numero di lavoratori che rischiano di essere esclusi dal ciclo produttivo» commentano Fim, Fiom e Uilm che ora attendono la convocazione al Ministero dello Sviluppo economico

 

Vertenza Elica, azienda e sindacati di categoria questa mattina sono tornati a sedersi attorno a un tavolo per parlare del futuro della multinazionale di Fabriano, leader mondiale nella produzione di cappe, e dei suoi lavoratori. L’incontro nella sede di Confindustria ha concluso il percorso dei tavoli tecnici territoriali. Ora si apre la seconda fase quella del tavolo che il ministero dello Sviluppo economico convocherà entro il 15 settembre prossimo. Sono comunque emerse novità importanti dal vertice odierno svolto ad Ancona tra management aziendale e di rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm. «Le distanze restano ancora molto importanti ma il Coordinamento sindacale è riuscito ad impegnare l’azienda a mantenere la produzione del Tesla, prodotto simbolo e di punta, in Italia, in aggiunta a quanto si era già ottenuto nei precedenti incontri» sottolineano in una nota a firma congiunta i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm.

«Rimane ancora troppo alto il numero di persone che rischiano di essere escluse dal ciclo produttivo, ed una parte importante di modelli “alto di gamma” e assimilabili, continuano ad essere ritenuti non sostenibili da parte del management ma comunque potrebbero essere di oggetto di discussione e valutazione. – aggiungono le sigle sindacali – Questo diminuirebbe di molto l’impatto occupazionale e sancirebbe il fatto che i modelli top del business tornerebbero ad essere prodotti nella quasi totalità in Italia: il tutto accompagnato da un reale di piano di investimenti permetterebbe di provare ad intraprendere una strada percorribile».

A questo punto la discussione deve necessariamente spostarsi al Ministero dello Sviluppo Economico «per valutare – chiude il Coordinamento sindacale unitario del Gruppo Elica- gli strumenti che possono essere messi a disposizione di un progetto di reshoring che potrebbe essere costruito, in una prospettiva di lungo periodo, a salvaguardia dell’occupazione sul territorio e del patrimonio industriale del Paese. In attesa di una convocazione urgente da parte del Ministero, che comunque era prevista entro la prima decade di settembre, rimane negli stabilimenti lo stato di agitazione a sostegno della vertenza e nei prossimi giorni potrebbero continuare le azioni di lotta dentro e fuori le fabbriche, anche con iniziative ad oltranza qualora si rendesse necessario».



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