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Vaccini bluff, il medico detective:
«Ho fatto solo il mio dovere
e protetto i colleghi onesti»

INDAGINE - Parla Carlo Miglietta, che si è finto complice dell'infermiere Emanuele Luchetti per scoperchiare il presunto sistema di finte vaccinazioni messo in piedi al Paolinelli di Ancona. «In certi casi c'è l'obbligo di intervenire. Sarebbe stata screditata l'efficacia stessa del vaccino»

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Carlo Miglietta

 

Non ci sta ed essere chiamato eroe, «ho fatto solo il mio dovere, anche per rispetto dei colleghi che lavorano onestamente». Il medico odontoiatra Carlo Miglietta è la figura centrale della maxi inchiesta Euro Green Pass sui vaccini bluff al Paolinelli di Ancona. E’ stato lui a scoperchiare il sistema che secondo gli inquirenti aveva messo in piedi l’infermiere Emanuele Luchetti: finte iniezioni a clienti disposti a pagare fino a 450 euro pur di ottenere il Green pass. E’ stato sempre lui a fingersi complice dell’uomo finito in carcere, ha documentato quanto succedeva nell’hub vaccinale, ha vestito i panni dello 007 e poi ha raccontato tutto agli agenti della Squadra mobile.

«Innanzitutto va detto – dice Miglietta a Cronache Maceratesi – che i pericoli di una vaccinazione non eseguita correttamente, che sia un atto doloso o colposo, possono ripercuotersi a livello nazionale. Se si dichiarano vaccinazioni che in realtà non vengono fatte, è chiaro che i dati sono falsati. E in questo modo si va a screditare anche l’efficacia stessa del vaccino. Di contro vanno protetti gli innegabili benefici di una buona campagna vaccinale.

finti-vaccini-polizia-hubDetto questo, mi sento solo di aver fatto il mio dovere, in certi casi c’è l’obbligo di intervenire. Anche per difendere tutti i colleghi che lavorano onestamente. Molto piacere mi hanno fatto i messaggi di stima del personale con cui ho collaborato, a dimostrazione di un gruppo coeso che ha lavorato fianco a fianco nei momenti più difficili». Miglietta nel frattempo ha vinto un concorso e a breve lascerà le Marche.

Al momento sono state emesse 50 misure cautelari nell’ordinanza del gip di Ancona Carlo Masini. In carcere è finito Luchetti, ai domiciliari i quattro considerati mediatori o procacciatori di clienti: il civitanovese Daniele Mecozzi, l’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, l’anconetano Stefano Galli, e la romena Daniela Maria Zeleniuschi; mentre l’obbligo di firma o di dimora è stato disposto per altre 45 persone, tra cui 19 del Maceratese, considerate i clienti. A tutti gli indagati vengono contestati, a vario titolo, la corruzione, il peculato e il falso.

Oltre a questi ci sarebbero anche un’altra ventina di indagati, per la maggior altri clienti ancora da indentificare o in corso di identificazione.

(Redazione Cm)

 

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