Dipendente del comune di Offagna sotto accusa per assenteismo, assolto dal tribunale di Ancona: «E’ finito un incubo, è stata una delle notti più buie della mia vita». Imputato un 57enne, finito a processo nel 2018 per truffa. La sentenza ieri, con il giudice Elisa Matricardi ha assolto l’uomo perché «il fatto non sussiste». Secondo l’accusa, tra gennaio e settembre del 2016, nei 9 mesi a cavallo tra il mandato amministrativo del sindaco Stefano Gatto, poi dimissionario, e l’arrivo del commissario prefettizio Francesca Piccolo, l’impiegato avrebbe lasciato senza giustificazione il suo ufficio per 28 ore lavorative. In quelle circostanze avrebbe girato per il paese, fermandosi anche al circolo Acli, nella sede della Pro Loco o a parlare in piazza. Assenze che erano state segnalate con delle lettere anonime ed erano poi partiti gli accertamenti della Guardia di finanza.
Nel 2018 il 57enne era stato rinviato a giudizio e in seguito licenziato secondo le disposizioni del ‘decreto Brunetta’ dal Comune (costituitosi parte civile nel processo). Oltre a chiedere la rifusione dei 609 euro, conteggio delle ore di servizio non prestate correttamente, l’ente ha avanzato la richiesta di un risarcimento complessivo, anche per danni morali, che si aggirava sui 10mila euro, e il pagamento delle spese legali. Nel corso del processo la difesa ha ricostruito attraverso le testimonianze e provato con documenti che erano sempre connesse ad attività istituzionali le singole uscite dall’ufficio dell’impiegato, addetto a varie mansioni, non solo in ambito urbanistico ma anche nell’organizzazione di fiere, mercati ed eventi. Alla fine il giudice ha assolto l’imputato. L’uomo è difeso dagli avvocati Santo Vincenzo Trovato e Marianna Fioretti. «Il reato si sarebbe prescritto tra poche settimane ma noi avremmo rinunciato alla prescrizione perché eravamo certi dell’infondatezza dei capi d’imputazione» sottolinea l’avvocato Fioretti.
Tra l’altro è ancora pendente il giudizio civile sul licenziamento, impugnato dal dipendente pubblico. I giudici del lavoro di primo e secondo grado hanno, infatti, confermato la validità del provvedimento del Comune, basando i loro orientamenti sul fascicolo penale ed è in fase di fissazione l’udienza in Cassazione. Con la sentenza del tribunale, da ieri sarebbe, però, venuto meno il motivo del licenziamento.
«Finalmente è finito un incubo – dice l’ex dipendente comunale che ora lavora in una azienda -. Ho subito un’accusa ingiusta, ma grazie all’altissima professionalità e competenza dei miei difensori è stata accertata la verità. Con la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, mi ha restituito quella dignità che mi era stata tolta. Nel 2018 ho subito un ingiusto licenziamento, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Ma sono fiducioso, tutto si ristabilirà secondo giustizia. Un grazie dal profondo del cuore a tutti gli amici che mai per un momento hanno dubitato della mia innocenza, a mia figlia, alla mia compagna, ai miei genitori: stelle che non mi hanno mai fatto dimenticare la direzione in una delle notti più buie della mia vita. Sono orgoglioso di essere sempre stato realmente dedito al lavoro nell’interesse della comunità offagnese. Dopo cinque anni, finalmente la verità».
«Stava in piazza invece di lavorare»: a processo dipendente comunale
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