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Ponte Garibaldi: la passerella
pronta prima dell’estate

ANCONA - Per poter riutilizzare l’infrastruttura, ci sarà invece da aspettare. A comunicarlo, durante il Consiglio regionale, è stato l’assessore alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, rispondendo a un’interrogazione con primo firmatario Maurizio Mangialardi

Ponte Garibaldi dopo l’alluvione (Archivio)

di Francesca Pasquali

Sarà pronta per maggio, o comunque prima dell’estate, la passerella che sostituirà temporaneamente il ponte Garibaldi di Senigallia. Per poter riutilizzare l’infrastruttura, invece, ci sarà da aspettare.
Quella attuale, seriamente danneggiata dall’alluvione dello scorso settembre, dovrà infatti essere abbattuta. Al suo posto ne sarà costruita una nuova, finanziata con parte dei duecento milioni di fondi speciali stanziati dal Governo.
L’ha comunicato stamattina in Consiglio regionale l’assessore alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, rispondendo a un’interrogazione con primo firmatario Maurizio Mangialardi. Il capogruppo del Pd aveva chiesto lumi sul ripristino del ponte che collegava le due sponde del fiume Misa.
«Si parla di giorni – ha spiegato Aguzzi – per la definitiva autorizzazione dei fondi speciali. Appena saranno disponibili, daremo all’Anas 60-70mila euro per la progettazione. Poi, ci sarà l’eventuale gara d’appalto, che potrebbe non servire se l’Anas ha una convenzione aperta. In questo caso, i tempi saranno più rapidi».
Più celere, si diceva, il timing per la passerella. Se ancona non è stata installata, ha fatto sapere l’assessore, è perché non si è riusciti a trovarne una adatta.
Il piano b consiste nell’utilizzare quella già usata per il ponte 2 Giugno per il passaggio dei

Il parapetto del Ponte Garibaldi, in centro, distrutto dalla furia del fiume Misa (Archivio)

sottoservizi, che «non è adatta al transito pedonale, ma che verrà adeguata con una spesa di circa 300mila euro e che, alla fine, verrà lasciata in uso al Comune di Senigallia». La passerella, adesso, è nelle mani del Consorzio di bonifica che si occuperà della gara per adattarla al passaggio dei pedoni. Una volta pronta, sarà installata di fianco al ponte Garibaldi. Una «soluzione tecnicamente imbarazzante», per Mangialardi, che ha parlato di «una città spaccata in due, con la riva sinistra completamente isolata», di «un dramma economico» e di «un territorio che cade nel panico ogni volta che c’è un’allerta meteo».
Ha chiesto di fare il punto sui lavori di messa in sicurezza delle zone alluvionate, il capogruppo di Rinasci Marche, Luca Santarelli. A rispondere è stato sempre Aguzzi che ha parlato di «75 interventi di somma urgenza, per 5,935 milioni, effettuati dal Genio civile della Regione sui fiumi Misa e Nevola e in parte della provincia di Pesaro e del Metauro». Di questi, ha aggiunto l’assessore, 46 sono stati ultimati, 24 sono in corso e cinque in fase di attivazione. Poco meno di nove milioni la cifra stanziata dalla Regione per le opere di mitigazione del rischio idrogeologico. I lavori riguardano la realizzazione di due nuove vasche di espansione, «previste nel piano 2016, ma mai progettate né messe in campo, una sul Misa, in località Pancaldo, a monte di Ostra, una sul Nevola, a monte di Trecastelli», per un totale di «700mila metri cubi nuovi di invaso». Quanto alle vasche di betonelle, «iniziate prima dell’alluvione e che hanno subito seri danni, i lavori sono in fase di ultimazione e abbiamo autorizzato un ampliamento per un altro milione di metri cubi», ha spiegato Aguzzi.
È costata 300mila euro, infine, la convenzione con la fondazione Cima (Centro internazionale di monitoraggio ambientale) e con il Centro per la Protezione civile dell’Università di Firenze «per studiare nuovi sistemi di allertamento e monitoraggio e nuove attività legate alle prevenzione».

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