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Erosione costiera, arriva
dallo studio Univpm-Cnr la soluzione
per salvare la spiaggia di San Michele

SIROLO – E’ durato un anno e sarà presentato dai ricercatori venerdì in un incontro pubblico organizzato nella sede della Croce Azzurra. Anche quest’anno il sindaco Filippo Moschella ha firmato l’ordinanza per ‘spostare’ gli chalet nel tratto di costa compreso tra lo stabilimento balneare ‘Da Silvio sud’ e ‘Da Marco’

La spiaggia di San Michele con la falesia (archivio)

 

L’erosione marina continua ad affliggere le spiagge di Sirolo e come se non bastasse, le mareggiate e le piogge invernali, che flagellano la falesia, pilastro che sorregge il centro storico, sono anche l’altra causa dei suoi crolli. La soluzione per limitare i danni prodotti dalla potenza delle onde potrebbe, però, arrivare dai risultati dello studio, condotto per circa un anno, dai docenti dell’Università Politecnica delle Marche e dai ricercatori del Cnr-Irbim. Attraverso simulazioni digitali sull’innalzamento del mare, in rapporto anche ai cambiamenti climatici, sarebbero state tratteggiate diverse ipotesi tecniche, da quella più elaborata della realizzazione di particolari scogliere davanti alla costa, capaci di stemperare l’energia del moto ondoso e favorire lo scorrimento della sabbia verso la riva, a quella di apporre barriere con sacchi di sabbia durante la stagione invernale, rimovibili a primavera. Resta da capire come finanziare il progetto.

Di questo e molto altro si parlerà nel corso dell’incontro pubblico in programma venerdì prossimo,10 maggio, alle ore 17 presso la Croce Azzurra di via del Gelso a Sirolo. In questo contesto i tecnici presenteranno i risultati dello studio dell’Univpm e del Cnr-Irbim, costato quasi 180mila euro, e supportato da dati scientifici sui quali ragionare per contrastare il crollo della falesia posta fra il centro storico e l’arenile e per proteggere il litorale. Tra gli ospiti del sindaco Filippo Moschella, in corsa a giugno per il secondo mandato amministrativo, venerdì ci saranno il commissario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli, il governatore delle Marche Francesco Acquaroli con l’assessore regionale Stefano Aguzzi, il direttore Disva Univpm Francesco Regoli e il direttore del Cnr – Irbim Gian Marco Luna.

Filippo Moschella

«Se si confrontano le mappe catastali degli anni ‘30 del secolo scorso con quelle attuali appare evidente l’arretramento della linea di riva. Le proprietà oggi risulterebbero decine e decine di metri dentro al mare perché una volta la spiaggia era molto più estesa. – spiega Moschella – Il fenomeno negli ultimi anni è diventato preoccupante e per questo motivo abbiamo voluto censire i luoghi. Il meccanismo ormai è chiaro: il mare ‘picchia’ alla base della falesia e la fa crollare sotto. Sopra, le piogge la fanno gonfiare e agevolano altri crolli». Operazioni di ripascimento tout court, tra l’altro, non sono possibili in questo tratto di costa perché potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza della Cystoseira, un’alga marina che svolge un ruolo fondamentale negli ecosistemi marini costieri e che per questo motivo è tutelata dalla Comunità europea.

Sirolo, spiaggia di San Michele

L’effetto più evidente delle variazioni morfologiche è quello che si registra sulla spiaggia di San Michele, sempre più assottigliata. Di recente i tecnici della Regione hanno svolto un sopralluogo constatando la gravità della situazione. Anche per l’estate 2024 si renderà necessario, pertanto, organizzare lo spostamento ‘temporaneo’ dei balneari , titolari delle concessioni demaniali, per tamponare il problema. Il sindaco di Sirolo, che ha anche chiesto un tavolo tecnico per iniziare un dialogo costante con la Regione sulla questione, ha firmato un’ordinanza di necessità e urgenza per far traslocare più a nord, sulla spiaggia libera, gli chalet che si trovano tra lo stabilimento ‘Da Silvio sud’ e ‘Da Marco’. «La legge impone di garantire almeno il 25% delle spiagge libere sul territorio dei comuni costieri. – chiarisce Filippo Moschella – A Sirolo le spiagge libere sono oltre il 50% e anche se questa ordinanza ne elimina un po’, riusciamo comunque a restare nella percentuale regionale. E’ l’unico percorso che abbiamo potuto imboccare perché chiedere di modificare gli estremi di una concessione demaniale non è così facile e immediato».

(m.p.c.)

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