di Alberto Bignami
Una collaborazione, quella dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Ancona con i magistrati della Procura Generale della Corte d’Appello dorica che ha portato all’arresto di 3 latitanti individuati all’estero e colpiti dal provvedimento di condanna definitivo in Italia.
Le indagini sono iniziate lo scorso settembre.
Il tutto è nato per iniziativa del procuratore generale Roberto Rossi, che ha trovato immediato sostegno dal comandante provinciale dell’Arma, Roberto Di Costanzo.
L’attività si è sviluppata attraverso una preventiva attività di analisi dei fascicoli Siep (Sistema Informatico Esecuzioni Penali) contenenti ordini di esecuzione per la carcerazione conseguenti a sentenze con le quali è stata disposta la condanna definitiva alla pena detentiva di persone che hanno compiuto gravi reati e che si sono sottratte alla giustizia espatriando in paesi esteri.
Nello specifico si tratta di Gentian Kadillari, albanese di 46 anni; Ciro Troilo, 34enne di San Severo e Dora Ituma, nigeriana di 51 anni.
Nel primo caso, l’arresto è avvenuto il 25 settembre scorso da parte della polizia di Tirana a seguito alla collaborazione con lo Scip. L’uomo deve scontare 5 anni, 11 mesi e 3 giorni di reclusione per i reati di furto in abitazione aggravato, ricettazione aggravata, possesso e fabbricazione di documenti falsi, porto d’armi.
Il 2 agosto 2018 fu scarcerato dal carcere di Mantova e consegnato al personale dell’ufficio immigrazione della questura locale che procedette a eseguire il provvedimento di espulsione del Magistrato di Sorveglianza mantovano, imbarcandolo sul volo Bologna-Tirana. Successivamente non venne più censito sul territorio italiano. A seguito di contatti diretti tra il Nucleo Investigativo di Ancona e l’esperto per la sicurezza in Albania, il catturando è localizzato e arrestato sul territorio albanese. L’uomo è stato estradato lo scorso 23 dicembre.
Il 34enne pugliese è stato arrestato il 1° dicembre scorso a Tenerife, dalla Guardia Civil, nuovamente grazie alla collaborazione, attraverso lo Scip, con la polizia spagnola. Il 18 maggio 2023 è stato condannato dalla Corte di Appello di Ancona per violenza sessuale di gruppo avvenuta il 20 luglio 2009 su una 15enne austriaca, alle Terrazze di Portonovo. All’epoca appena maggiorenne, approfittò delle condizioni di inferiorità fisica e psichica in cui si trovava la ragazzina che aveva bevuto una quantità di bevande alcoliche tale da determinare un evidente indebolimento psichico e fisico. L’uomo, oggi 34enne, deve scontare una pena di 6 anni, 7 mesi e 20 giorni di reclusione per violenza sessuale di gruppo e produzione, vendita e acquisto illecito di stupefacenti.
I carabinieri della Compagnia di Ancona avevano individuato l’uomo in Francia. Da qui, si era però poi trasferito in Spagna per motivi di lavoro. Il ricercato, dopo l’arresto, è stato estradato in Italia l’11 dicembre scorso e rinchiuso nel carcere di Rebibbia con fine pena il 20 luglio 2031.
Infine, la nigeriana, arrestata con provvedimento in carico al Nucleo Investigativo di Macerata.
Arrestata il 3 gennaio in Olanda, deve scontare una pena di 12 anni, 7 mesi e 5 giorni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, per fatti commessi ad Ancona, Porto Recanati (nell’hub di distribuzione dell’Hotel House), Torino e in Spagna, fino al maggio 2004.
La donna era stata condannata alla pena a 13 anni e 7 mesi con sentenza della Corte d’appello di Ancona dell’11 luglio 2023. Dato il periodo di detenzione in custodia cautelare già espiato tra il 22 aprile 2008 e il 16 aprile 2009, le rimanevano da scontare ancora gli oltre 12 anni.
Dunque, mettendo quindi a sistema tutte le informazioni già acquisite dai reparti delle forze di polizia che hanno curato le indagini a carico dei condannati e la loro successiva localizzazione all’estero, con un’attività di analisi della documentazione di polizia giudiziaria agli atti, di accertamento sui canali Social e web in genere, svolta sfruttando le competenze della Sezione “Cyber Investigation” del Nucleo Investigativo dei carabinieri, «Si è riusciti ad acquisire fotografie recenti e di matching – ha spiegato il comandante del Reparto Operativo di Ancona, Carmine Elefante – attraverso il sistema di comparazione automatica delle immagini denominato Sari, in modo tale di averne di attuali e non solo quella del documento di identità. Successivamente si è quindi riusciti a circoscrivere il campo delle ricerche, individuando le località straniere su cui indirizzare le attività di ricerca affidate alle polizie di quei Paesi».
Fondamentale è stata pertanto l’opera di raccordo e interscambio informativo con le forze dell’ordine estere, attraverso contatti diretti con i loro referenti o per il tramite del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, dando così modo di dare esecuzione ai Mae (Mandati di Arresto Europeo).
Il procuratore Rossi ha poi aggiunto che «Si tratta dei primi 3 latitanti arrestati. In tutto sono un centinaio i casi di persone condannate in via definitiva che risultano irreperibili. Alcune decine, su cui stiamo lavorando e per i quali avremo prossimamente dei risultati, riguardano reati gravi. Quello che vogliamo dare con questa operazione, è dare un concreto significato al concetto di “certezza della pena”».
«La presenza di persone condannate per crimini gravi ma ancora libere – ha commentato Di Costanzo – tenderebbe solo a rafforzare la capacità intimidatoria delle associazioni di cui fanno parte».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati