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Inchiesta sul presunto “untore”,
raffica di insulti sul profilo
social di Claudio Pinti

ANCONA - Da quando la polizia ha diramato doto e dati del 35enne finito in arresto, la sua pagina Facebook è stata bersagliata da ingiurie e minacce perpetrate da vari utenti

Claudio Pinti

 

Minacce di morte, insulti e ingiurie. Da questo pomeriggio, ovvero da quanto è stato reso noto dalla polizia il nome del 35enne accusato di aver contagiato consapevolmente con il virus dell’Hiv la sua ex partner, il profilo Facebook del 35enne Caludio Pinti è stato al centro dello sfogo social di altri utenti. In massa hanno raggiunto la pagina dell’autotrasportatore residente a Montecarotto per commentare le accuse mosse dalla procura dorica. Alcuni hanno lanciato insulti, altri auguri di morte indirizzati all’uomo che avrebbe detto agli investigatori di aver avuto negli ultimi anni oltre duecento rapporti sessuali. Il suo avvocato, Daniele Cinti, non ha ancora letto gli atti dell’inchiesta. Con ogni probabilità, domattina andrà in carcere per parlare con il suo assistito. Per Pinti l’accusa è lesioni personali dolose aggravate dall’aver causato una malattia insanabile.

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