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La donna infettata da Pinti:
«Non date retta a nessuna forma
di negazionismo sull’Hiv»

ANCONA - Così Romina al termine dell'udienza che ha condannato l'uomo che le ha trasmesso il virus. «La violenza peggiore è stato il tradimento di una persona che mi ha mentito pur sapendo che dietro c'era un sentimento di affetto»

Romina

 

«Non date retta ad alcuna forma di negazionismo e alle persone che si reputano dottori anche se non lo sono. Fidatevi della sanità e delle medicine». Sono le parole espresse da Romina, l’ex fidanzata di Claudio Pinti, al termine dell’udienza che ha visto condannare il 36enne per omicidio volontario e lesioni personali gravissime. Romina, di Agugliano, è stata la donna che – appena saputo di aver contratto l’Hiv – ha denunciato Pinti in questura, facendo di fatto iniziare l’inchiesta portata avanti dagli agenti della Squadra Mobile. «Il processo – ha detto la vittima – è andato bene, ma la sentenza non mi ridarà mai quello che avevo prima. E’ indescrivibile quello che ho provato in questi mesi». Quando ha visto Pinti in aula, le emozioni sono state contrastanti. «E’ giusto far pagare chi ti tradisce pur sapendo che sta mentendo a una persona che gli vuole bene. Questa è la peggiore violenza subita. Cercherò di colmare il vuoto che ho dentro facendo qualcosa di buono». Sulle tesi portate avanti da Pinti: «Vorrei dire di non dare retta ad alcuna forma di negazionismo. Bisogna affidarsi alla sanità, alle terapie e alle medicine».

(Fe.ser)

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