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Arcone chiuso, Foresi:
«Riaprirà entro fine giugno»

ANCONA - L'assessore comunale sul passaggio al parco del Cardeto, off limits da dicembre: «La zona sarà di nuovo percorribile entro un mese, un mese e mezzo. Ufficiosamente il caso è risolto». L'ufficio stampa del Demanio: «Il progetto definitivo per l’intervento ha avuto il via libera della Soprintendenza»

L’arco al belvedere Pablo Neruda dentro al parco del Cardeto

 

di Giampaolo Milzi

Ci sono volute la “quasi sfuriata” dell’assessore Stefano Foresi nel corso dell’ultimo Consiglio comunale e la visita dello stesso Foresi nella sede, ad Ancona, dell’Agenzia territoriale Marche del Demanio per sbloccare il caso della chiusura dello storico Arcone al parco Cardeto Cappuccini. «Ho parlato e mi sono fatto sentire con molta chiarezza con chi di dovere, il fondamentale passaggio per raggiungere l’area alta del colle Cappuccini e quindi la zona del Faro ottocentesco sarà di nuovo percorribile al massimo entro fine giugno, spero anche fra un mese», ha dichiarato l’assessore, che tra le deleghe ha quella alle Manutenzioni. Spera, Foresi, perché i funzionari del Demanio – ente responsabile della riapertura – con cui ha parlato a lungo e con fermezza «sono stati gentili ma non mi hanno in realtà fornito una data certa, ma ufficiosamente il caso è risolto». Già, un caso che si era trasformato in una specie di tragicommedia burocratica, scandita da una costante assenza di comunicazione tra amministrazione comunale e Agenzia demaniale. Ma stando alle assicurazioni fattive dell’ultim’ora risuonate nella sede dell’Agenzia, i tecnici di una ditta dalla stessa incaricata proprio stamattina hanno compiuto un sopralluogo presso lo spiazzo del Belvedere Neruda nel parco.

Stefano Foresi

Per studiare i danni subiti dal tratto della cinta muraria in cui la volta si apre (un piccolo, ampio tunnel), cinta muraria parte delle cinquecentesca fortificazione del Cassero (o Bastione San Paolo). I danni si erano verificati a fine dicembre scorso – distacchi di mattoni e materiale da costruzione – e a gennaio avevano obbligato l’Agenzia demaniale ad approntare la messa in sicurezza del sito con transennamento e a chiudere il passaggio dell’Arcone, anch’esso del XVI secolo. Ebbene, la novità è che la procedura per i lavori di riparazione dei danni, che fino ad ieri si palesava “infinita”, ha improvvisamente registrato l’auspicatissima accelerazione. Tempi brevi, dunque. Perché la ditta specializzata incaricata dal Demanio è tra quelle con “contratto aperto” con l’ente statale – proprietario di tutte le mura e del bastione – e quindi non si rende necessario l’avvio di un bando di gara finalizzato all’assegnazione del cantiere. Del resto il progetto di intervento messo a punto all’Agenzia demaniale aveva avuto già da settimane un ok valutativo in tempi record dall’architetto Biagio De Martinis, funzionario di zona della Soprintendenza unica delle Marche che si occupa di beni storici, architettonici e paesaggistici. Ma da allora, le già scarse e fumose notizie provenienti dall’Agenzia sul “quando” sarebbero iniziate le operazioni di ripristino dello stato dei luoghi pre crollo e di restauro conservativo latitavano del tutto. Al che, il crescere delle preoccupazioni su una fase di stallo che determina il “taglio” in due parti del parco, quasi separate tra loro, avevano spinto l’assessore Foresi alla sua perentoria e grintosa esternazione in Consiglio comunale. Quasi uno sfogo stizzito, il suo, nel rispondere a Palazzo del Popolo ad una interrogazione del consigliere di Altra Idea di Città (Aic), Francesco Rubini: «Sono mesi che i miei funzionari ed io telefoniamo all’Agenzia demaniale, dove già sono stato a chiedere lumi in passato, senza ottenere risposte. Una situazione pesante, troppa lentezza da parte del Demanio». Prima del “blitz” di Foresi all’Agenzia, qualche giorno fa una dichiarazione dell’ufficio stampa del Demanio, sede centrale a Roma, a Cronache Ancona: «Confermiamo che il progetto definitivo per l’intervento ha avuto il via libera della Soprintendenza, nei prossimi giorni presenteremo al Comune la Cila, ovvero la comunicazione inizio lavori asseverata e quindi attenderemo una risposta dal Comune». Per il resto, quanto ai lavori «non possiamo fornire alcuna notizia né fare alcuna previsione sul loro inizio». Già, la Cila. Allo Sportello unico integrato edilizia municipale ci erano rimasti un po’ di stucco. «La Cila? Ricevuta. Ma è una comunicazione telematica dovuta che non necessita di alcuna risposta da parte nostra, non capiamo», avevano sottolineato i funzionari. Insomma, un qui pro quo, a complicare una questione «emblematica di intollerabile lentezza burocratico-amministrativa e di mancanza di rapporti fattivi tra ente locale ed ente statale», come l’aveva definita il consigliere comunale Rubini di Aic. Ma tant’è, tutto è bene ciò che, si spera, finirà bene e in fretta. Foresi ha ringraziato i suoi interlocutori dell’Agenzia demaniale ed è ottimista. Resta il fatto che ancora per un mese, un mese e mezzo, chi vorrà raggiungere l’area del Vecchio Faro, crocieristi compresi, e anche coloro che vorranno partecipare agli eventi della seconda edizione della manifestazione ricreativo-culturale “Fargo” (che si terrà fino a tarda sera, ma ha già visto saltare il suo evento anteprima di questo mese), non potranno farlo restando all’interno del parco, ma dovranno optare per itinerari pedonali alternativi a quelli dell’Arcone dle Belvedere Neruda: il passaggio dal cancello in cima a via del Faro, purtroppo l’unico a restare aperto dopo le 21-21,30 e molto scomodo per mancanza di spazi esterni per la sosta veicolare; quello con cancelletto in via Birarelli vicino ai resti dell’Anfiteatro romano; la cancellata in cima a via Cardeto e la strada sul fianco destro dell’ex Caserma Villarey, sede  della Facoltà di Economia.

 

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