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L’ombra della crisi sul turismo religioso,
il sindaco di Loreto:
«Famiglie e giovani sono i nuovi target»

L'INTERVISTA - Gli effetti della pandemia del Covid 19 preoccupano gli operatori di settore. Il primo cittadino Niccoletti: «Passerà un anno prima di poter accogliere ancora comitive di pellegrini e treni bianchi dei malati. Abbiamo chiesto alla Regione aiuto per studiare altre strategie di incoming»

Basilica della Santa Casa

 

«Il turismo di Loreto è assolutamente diverso dagli altri perché è una turismo religioso. E dopo questa emergenza sanitaria, temo che passerà un anno prima che rivedremo nella città mariana pullman di pellegrini, viaggi organizzati, comitive di anziani o i treni bianchi Unitalsi con i malati».

Il sindaco Niccoletti

E’ preoccupato il sindaco Paolo Niccoletti, e sta cercando soluzioni strategiche per sostenere e rianimare il tessuto economico cittadino e quello che è da secoli il suo core business, il turismo dei fedeli e dei pellegrini fiorito attorno al basilica della Santa Casa. L’ombra della crisi economica, dopo la pandemia del Coronavirus, si allunga anche su questo settore.

 

Sindaco, domani i commercianti di Loreto le consegneranno come gesto simbolico le chiavi dei loro negozi…

«Condivido la preoccupazione e le amarezze della categoria e ne farò partecipe il governo. La situazione è critica, non c’è dubbio. Quest’anno si celebra il Giulileo Lauretano ma tante iniziative sono sfumate per l’emergenza del Covid 19. Il canale tradizionale del turismo, almeno per noi, nel 2020 non funzionerà, quindi dobbiamo inventarci qualcos’altro. La mia amministrazione è stata molto scrupolosa nell’adozione delle misure di sicurezza per la città: da un mese è in vigore l’ordinanza che dispone la vendita di mascherine e medicinali a prezzi calmierati, 15 giorni fa è uscita quella che obbligo l’utilizzo delle mascherine nei supermercati e dalla scorsa settimana anche nei luoghi pubblici all’aperto. Le mascherine diventeranno un accessorio di abbigliamento al pari di altri. Ora sono convinto che non cambierà molto se i bar e ristoranti potranno aprire il 4 maggio o il 18. Quello che è importante sono piuttosto le modalità di sicurezza con le quali riapriranno le attività».

Che margini di manovra può ritagliarsi il Comune per aiutare le attività economiche lauretane?

«Qualche spazio di azione c’è. Intanto ho già scritto al Cosmari, gestore dello smaltimento rifiuti nella nostra città, sollecitando una rimodulazione delle tariffe dalla Tari. Abbiamo anche fatto una richiesta specifica alla Regione con l’obiettivo di aiutarci ad intercettare target e segmenti nuovi di turismo, che coinvolgano ad esempio le singole famiglie o i giovani. Si potrebbero anche mettere in rete gli alberghi, gli ostelli religiosi con ricettività a basso costo. Ma per studiare un progetto organico servono professionalità specializzate nella gestione dell’incoming. Per il resto è necessario attendere gli sviluppi della situazione oltre ai chiarimenti che arriveranno dal governo. Cercheremo, ad esempio, di capire come andare incontro alle esigenze dei commercianti in termini di suolo pubblico e superficie di vendita. Faccio un esempio: magari con lo stesso prezzo si può triplicare la superficie dei ristoranti».

Anche l’Episcopato italiano si è imposto e ha chiesto al premier Conte di far ripartire subito le funzioni religiose con la partecipazione dei fedeli. Che cosa ne pensa?

«Anche in questo caso condivido la posizione dei vescovi della Cei. In chiesa è assolutamente più semplice mantenere  la distanza sociale rispetto a quello che potrebbero fare i tifosi allo stadio durante una partita del campionato di calcio. Le motivazioni sono diverse ma lo sono anche le modalità con cui si può osservare il culto, basta studiare un protocollo adeguato pert evitare la diffusione potenziale del virus. E questo è tanto più facile da applicare nella nostra città, all’interno di una basilica grande come quella di Loreto».

(m.p.c)

I commercianti lauretani consegnano al sindaco le chiavi dei loro negozi



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