Carabinieri sul luogo del delitto
di Federica Serfilippi
«Non sono riuscito a controllarmi, ho ucciso Michele». E’ il senso di un frammento di versione resa questa mattina al gip Sonia Piermartini dal 26enne Mattia Rossetti, catturato dai carabinieri del Norm pochi minuti dopo l’omicidio del coetaneo Michele Martedì, assassinato a coltellate in una stradina secondaria di via Maggini, ad Ancona, la mattina dell’Immacolata. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto, come chiesto dal pm Irene Bilotta, la misura cautelare del carcere.
Michele Martedì
Rossetti è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking, crudeltà e futili motivi. Nel corso dell’udienza di convalida ha risposto alle domande del giudice, ricordando gli attimi frenetici di quella tragica mattina. Avrebbe detto di non essere stato in grado di controllarsi e, dunque, aver tirato fuori il coltello a serramanico utilizzato per colpire dieci volte il giovane parrucchiere, al collo, alle braccia e al tronco. La morte, come stabilito dall’autopsia eseguita dal medico legale Adriano Tagliabracci, è sopraggiunta in pochi istanti. Come già detto nel corso dell’interrogatorio avvenuto alla caserma dei carabinieri della Montagnola il giorno dell’arresto, Rossetti avrebbe sostenuto davanti al gip di vedere in Michele la causa dei suoi fallimenti, ribadendo la relazione finita male con una ragazza. Tale legame, stando a quanto emerso finora, risalirebbe però a un passato pregresso.
Mattia Rossetti
Nulla a che fare, insomma, con il presente. Stamattina, negli uffici della procura, il pm Irene Bilotta ha affidato l’incarico al perito Luca Russo di analizzare i dispositivi sequestrati all’indagato. Si tratta di due cellulari e del pc. L’esperto avrà sessanta giorni di tempo per presentare una relazione al pm. C’è da estrapolare tutto il materiale utile a ricostruire il contesto in cui è maturato l’omicidio. Altro capitolo: la perizia psichiatrica sull’indagato. A farla, per conto della procura, è Marco Ricci Messori, a cui è stato affidato l’incarico in mattinata. Alla base della perizia, la capacità di intendere e di volere del 26enne e l’eventuale pericolosità sociale. E’ prematuro parlarne, ma se si dovesse arrivare al processo con un totale vizio di mente, il giudice potrebbe applicare una misura di sicurezza nel caso fosse ravvisata la pericolosità sociale del 26enne. Per un periodo è stato in cura al Centro di Salute Mentale di Ancona. Domani, alle 15, il funerale di Michele alla chiesa dei Cappuccini di via Fermo.
Luca Russo
Il pm Bilotta in via Maggini
Michele colpito anche a terra, contestata l’aggravante della crudeltà Fatale un fendente al tronco
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