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V-Day Marche, il sindaco di Osimo:
«L’esempio del primario Pansoni?
Dà speranza nella battaglia anti-Covid»

VACCINO - Simone Pugnaloni, in isolamento a casa dopo il contagio, si congratula con il primo vaccinato. «Appena possibile dovremmo seguirlo tutti» sottolinea. Il medico: «Dedicato a Carlo Urbani»

Il primario del pronto soccorso dell’ospedale Inrca-Osimo, Adolfo Pansoni, mentre si sottopone all’iniezione del vaccino anti Covid (foto Giusy Marinelli)

 

«A nome mio personale e di tutta la città voglio esprimere un ringraziamento speciale al primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Osimo, il dott. Adolfo Pansoni, il primo medico al quale è stato somministrato il vaccino nelle Marche. Un esempio, una testimonianza, un dovere che ci fa guardare con speranza al nostro futuro nella battaglia anti Covid 19. Appena possibile, tutti dovremo seguire il suo esempio, cosi’ sconfiggeremo la pandemia».

Il sindaco Simone Pugnaloni

Tra i primi a congratularsi via social media con il medico anconetano, c’è anche il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni, in questi giorni isolato in casa perché impegnato a combattere la sua personale battaglia contro il Covid 19. Subito dopo l’iniezione del siero anti-Codiv stamattina, Adolfo Pansoni, 57 anni, anconetano è tornato al lavoro nel pronto soccorso dell’Inrca-Osimo. La vaccinazione si è svolta nell’ambulatorio dell’Inrca di Ancona. Un gesto esemplare che il primario ha voluto dedicato a Carlo Urbani, il compianto medico di Castelplanio scopritore della Sars. Subito dopo la seduta vaccinale il medico ha chiarito che la puntura è stata indolore e di non accusare alcun effetto collaterale. «Non ho sentito alcun dolore, praticamente una normale puntura come quella dell’antinfluenzale che ho già fatto. Onorato di essere tra i primi a iniziare questo percorso che, credo, ci aiuterà a sconfiggere definitivamente questo virus». Sono state le prime parole del primario Pansoni. L’immunità si manifesterà tra un mese circa. Il vaccino Covid-19 mRna Bnt162b2 (Comirnaty) – secondo quanto spiegato dall’AIfa – è un destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (Covid-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata Rna messaggero (mRna) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SarsCoV-2, il virus responsabile di Covid-19. Il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia. La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni a Sars-CoV-2 Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il Sars CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRna del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione.



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