Omicidio di Roncitelli: convalidato il fermo di Loris Pasquini. Il 72enne, ex ferroviere, deve rimanere nel carcere di Montacuto. Lo ha deciso il gip Sonia Piermartini nel provvedimento firmato dopo l’udienza di convalida che si è tenuta la scorsa settimana. Il giudice ha ravvisato nell’indagato per la morte del figlio Alfredo il pericolo di reiterazione del reato e dell’inquinamento del quadro probatorio. Respinta la richiesta della perizia psichiatrica chiesta dal difensore Roberto Regni. Il gip ha “passato la palla” alla procura, demandando al pm Paolo Gubinelli di verificare se ci siano le basi per eseguire una consulenza medica finalizzata a cristallizzare lo status mentale del 72enne al momento del delitto avvenuto lo scorso 29 marzo, all’esterno dell’abitazione di Roncitelli, dove vivevano padre e figlio. Quest’ultimo è morto per un colpo di pistola che lo ha colpito al collo. La pistola era illegalmente detenuta dall’ex ferroviere. Ancora, la salma del 26enne, è all’obitorio dell’ospedale di Torrette per ulteriori accertamenti autoptici. Il delitto è maturato all’apice dell’ennesima lite tra padre e figlio. Quest’ultimo, stando a quanto raccontato dal 72enne, avrebbe iniziato a minacciarlo e picchiarlo, sia a mani nude che con un bastone, poi sequestrato dai carabinieri. «Mi sono solo difeso, volevo sparare alla coscia» è stata la versione dell’ex ferroviere che, fin dal primo interrogatorio, non ha mai negato di aver impugnato la pistola e sparato contro il figlio, gravato da deficit psichici. Loris aveva denunciato per maltrattamenti il figlio nel 2013 e nel 2015. Le querele sono state entrambe ritirate.
(fe.ser)
Loris Pasquini al giudice: «Mi dispiace, sono andato oltre Ma non volevo uccidere mio figlio»
Delitto di Senigallia, Loris Pasquini davanti al giudice Ipotesi perizia psichiatrica
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