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Suicidio assistito:
Mario denuncia ancora l’Asur
«Ipotizzato il reato di tortura»

IL CASO - Presentato un esposto in procura dai legali dell'associazione Coscioni per conto del 43enne paralizzato da oltre un decennio. «I dinieghi e gli ostruzionismi dell’azienda sanitaria sono ormai eloquenti della volontà di dilatare i tempi accettando il rischio che le condizioni di Mario peggiorano a tal punto da non consentirgli più di procedere con l’auto somministrazione del farmaco»

 

Ancora un esposto contro l’Asur Marche. Ipotizzato il reato di tortura. A renderlo noto sono i legali dell’associazione Coscioni, la quale sta assistendo da oltre un anno ‘Mario’, il 43enne disabile marchigiano che sta affrontando l’iter affinché gli venga riconosciuto il suicidio assistito. Il Comitato Etico delle Marche si è già espresso, riconoscendo i requisiti contenuti nella sentenza della Consulta sul cosiddetto ‘caso Cappato’, non affrontando però il tema del farmaco che dovrebbe portare Mario verso la morte per auto-somministrazione. Quello del medicinale era un punto su cui il Comitato avrebbe dovuto esprimersi, stando all’ordinanza emessa lo scorso giugno dal tribunale di Ancona. Il nuovo esposto, presentato alla procura di Ancona, è stato presentato per le omissioni e i ritardi dell’Asur, contestate dall’associazione Coscioni.  «A seguito delle diffide inviate nelle scorse settimane affinché l’Asur Marche provvedesse ad effettuare le verifiche sul farmaco – ha fatto sapere l’associazione – e le relative modalità di somministrazione, ed il Comitato etico completasse il suo parere, Mario, attraverso i suoi legali, ha deciso di denunciare penalmente gli ostruzionismi e le omissioni che continuano ad ostacolare l’accesso ad un diritto costituzionale. Infatti, non solo l’Asur Marche non ha verificato l’idoneità del farmaco e le relative modalità di somministrazione, ma il Comitato Etico, nell’individuare le linee programmatiche che l’Asur avrebbe dovuto seguire nell’effettuare le verifiche aveva omesso qualsiasi riferimento al farmaco, contribuendo dunque a determinare uno stallo nella procedura indicata dalla Corte costituzionale».

Marco Cappato e Filomena Gallo

Per l’associazione «le omissioni dell’azienda sanitaria già denunciate nei mesi scorsi oggi si riempiono di elementi diversi, integrando reati non solo contro la pubblica amministrazione ed il suo buon andamento ma soprattutto contro la libertà morale di Mario, costretto a subire e tollerare un trattamento contrario al suo senso di dignità il cui rispetto è stato espressamente sancito dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Per questi motivi Mario, a seguito di una lettera aperta indirizzata all’Asur Marche, del Comitato Etico, del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha deciso di denunciare i vertici dell’azienda sanitaria unica regionale Marche e quelli del Comitato etico per il reato di tortura, ovvero per avergli cagionato acute sofferenze fisiche dovute all’aggravarsi delle sue condizioni negli ultimi 16 mesi (da quando è stata presentata la sua richiesta di accedere alla verifica delle condizioni), agendo con la crudeltà che caratterizza l’immobilismo e l’inerzia proprio di chi ha accertato, come ha fatto l’Asur, una condizione di sofferenza intollerabile e non si attiva per porvi fine. Il tutto nei confronti di una persona che si trovi in una condizione di minorata difesa. Oltre al reato di tortura – tramite l’esposto depositato mercoledì mattina presso la Procura della Repubblica di Ancona – Mario ha denunciato ulteriori omissioni di atti d’ufficio e la mancata esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona da parte dell’azienda sanitaria».

Le parole dell’avvocato Filomena Gallo, nonchè segretario dell’associazione: «La tortura è un reato che sanziona il “furto di umanità” che lo Stato, tramite i propri organi, pone in essere nei confronti di chi si trovi in una situazione di minorata difesa. Le condizioni di Mario sono sensibilmente peggiorate negli ultimi mesi: i dinieghi e gli ostruzionismi dell’azienda sanitaria sono ormai eloquenti della volontà di dilatare i tempi accettando il rischio che le condizioni di Mario peggiorano a tal punto da non consentirgli più di procedere con l’auto-somministrazione del farmaco. Questo significherebbe condannare Mario a sopportare sofferenze intollerabili attraverso un trattamento inumano e degradante per la sua dignità». Da quanto risulta, il primo dicembre l’Area Vasta 2 ha chiesto al Comitato Etico di riunirsi e di esprimersi sul tema del farmaco. Una prima denuncia per omissione di atti d’ufficio contro l’Asur era stata sporta questa estate, per i ritardi legati all’ordinanza del tribunale che chiedeva all’azienda di verificare i requisiti per far accedere il 43enne al suicidio assistito.

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