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Nelle stalle in condizioni precarie:
denunciate due persone

ARCEVIA - I carabinieri Forestali hanno effettuato il sopralluogo con il Servizio Veterinario di Senigallia e l’Arpam constatando che 24 animali erano deceduti a seguito dei maltrattamenti ricevuti. Il reato è di “aver cagionato gravi sofferenze a circa 1.000 capi di bovini da latte”

I carabinieri Forestali impegnati negli accertamenti

Tenuti nelle stalle in condizioni igieniche precarie al punto da determinare l’insorgere di numerose patologie con la conseguente morte. I carabinieri Forestali della Stazione di Arcevia, a seguito di fitte indagini, hanno denunciato in stato di libertà il presidente e un dipendente di un allevamento nel territorio della Vallesina, con l’accusa di “aver cagionato gravi sofferenze a circa 1.000 capi di bovini da latte”.
La morte di un consistente numero di animali è stata accertata dall’Arma nel corso del 2021.
Le attività di sopralluogo e verifica si sono svolte a seguito di una specifica segnalazione giunta dall’Associazione “Essere Animali”. I carabinieri Forestali, con il Servizio Veterinario di Senigallia e l’Arpam, hanno effettuato il sopralluogo per constatare sia le condizioni di benessere degli animali che la qualità delle acque di abbeverata dei bovini e quella degli scarichi dei rifiuti di stalla.
Nel corso delle indagini hanno riscontrato il decesso di 24 capi avvenuti nel 2021. Bovini abbattuti per eutanasia o macellazione d’urgenza per gravi traumi riconducibili a patologie come: rottura o lussazioni degli arti cagionati da una presenza in eccesso di letame all’interno della stalla che aveva comportato condizioni di pavimenti scivolosi.
Nel corso della verifica è stata inoltre accertata la presunta realizzazione illecita di due manufatti abusivi per raccogliere le deiezioni degli animali, della dimensione rispettivamente di 300 e 600 metri quadrati, realizzati senza alcuna autorizzazione e privi del nullaosta paesaggistico.

I carabinieri Forestali impegnati negli accertamenti

I carabinieri hanno anche accertato la gestione di tonnellate di rifiuti non pericolosi, costituiti da liquami e reflui di origine animale, stoccati in quantitativi eccessivi e smaltiti illecitamente nel terreno.
Per quanto riscontrato, sono stati denunciati il detentore degli animali e il responsabile legale della cooperativa zootecnica, per gli ipotizzati reati di maltrattamento di animali e gestione illecita di rifiuti non pericolosi e per aver realizzato opere senza i necessari titoli edilizi e paesaggistici.
I presunti responsabili rischiano le pene previste dal codice penale e dal codice ambientale oltre che dal testo unico sull’edilizia e codice del paesaggio con pene che vanno fino a 27 mesi di reclusione e multe fino a 45mila euro.
La società cooperativa che gestisce l’allevamento, con sede legale in un comune della Valmisa, è stata infine denunciata per la responsabilità amministrativa connessa al reato di gestione illecita di rifiuti. La cooperativa rischia di essere condannata a pagare le quote previste dal Decreto Legislativo 231/2001 per un ammontare compreso tra 64.500 e 387.250 euro.

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