Il sindaco Mancinelli oggi in conferenza stampa con gli assessori Foresi, Sediari, Guidotti
di Federica Serfilippi
“È come se uno va in banca, chiede un muto per comprare casa, gli viene concesso e per questo firma un contratto. A fronte della stipula, acquista casa, si impegna a pagare, dà gli incarichi all’ingegnere e spende i soldi fino a quando la banca non dice che i fondi forse arriveranno tra due anni”. È questo il paragone utilizzato dal sindaco Valeria Mancinelli per rappresentare in estrema sintesi lo sgarbo arrivato da Roma e riguardante il congelamento dei fondi fino al 2020 per procedere al Piano Periferie. Una riqualificazione che interessa 97 città italiane (nella Marche sono Pesaro, Urbino, Macerata e Fermo) e per cui il Comune di Ancona ha già speso quasi 500 mila euro a fronte di un progetto che doveva toccare i 16 milioni di euro tra finanziamenti pubblici e privati per mettere mano ai quartieri Archi e Palombella, toccando colossi come l’ex Dreher e l’ex Verrocchio. “Il contratto che ci garantiva quei soldi lo abbiamo firmato con lo Stato italiano (lo scorso dicembre, ndr), non con un ministro, né con una lista politica o con dei partiti. Lo Stato non può permettersi di non onorare ciò che ha firmato perché i patti vanno rispettati e noi ci batteremo per porre rimedio a quello che è un errore clamoroso, arrivando pure a soluzioni estreme se è necessario”. Il primo cittadino sta già prendendo contatti con gli altri sindaci delle città marchigiane interessate dallo “scippo” del governo giallo-verde e rientrante nel decreto Milleproroghe.
Alcune istantanee dai progetti inseriti nel bando periferie: da in alto in senso orario la nuova piazza del Crocefisso, via Marconi, via XXIX Settembre, lo stato attuale del Verrocchio
L’emendamento per spostare l’elargizione dei fondi al 2020 è stato approvato in Senato e l’11 settembre verrà discusso alla Camera. Il tempo stringe per trovare una soluzione e la Mancinelli chiama a raccolta la città: “Serve una mobilitazione generale per far cambiare idea a chi ha adottato questa scelta sciagurata. L’idea è quella di avere dopo Ferragosto un incontro coi parlamentari marchigiani per spiegare la situazione e portarli a conoscenza dei fatti. Prima di tutti vogliamo informare loro, i cittadini, le associazioni di categoria e le associazioni di imprese della situazione gravissima che si è venuta a creare. Chiamiamo tutti, ognuno secondo il proprio ruolo, ad agire per poter rimediare quello che ci è stato scippato. Se entro l’11 settembre la situazione non dovesse cambiare, allora bisognerà adottare altre misure, ma io spero che a una causa Comune-Stato non ci si debba arrivare”. Il sindaco non esclude iniziative clamorose. La prima? “Presentarmi con tutta la giunta e i cittadini l’11 settembre sotto la Camera”. Il Comune dorico aveva già approvato i progetti esecutivi della riqualificazione, trasmettendoli alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 3 agosto. Con il blocco dei finanziamenti, tutto dovrà fermarsi. “Per l’area di via Marchetti e via Pergolesi eravamo pronti ad appaltare i lavori. In questo caso, il finanziamento statale era di 4 milioni più uno messo dall’Erap e altri soldi messi da privati cittadini. Adesso che gli raccontiamo? Ma anche se non dovessero arrivare i soldi, i progetti li porteremo avanti comunque. Onereremo il nostro obiettivo a costo di rinunciare a qualcosa”.
Schiaffo da Roma, congelati i 12,5 milioni per Archi e Palombella
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