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Parco del Conero,
la Regione si piega alla linea Mancinelli:
verso il direttivo a otto

AMBIENTE – Licenziata oggi dalla commissione la pdl di riforma del direttivo dell'Ente. Rispetto alla bozza approvata all'unanimità a settembre, ma stoppata dal Cal ed osteggiata dai sindaci, scompaiono uno dei due rappresentanti delle associazioni ambientaliste e quello dell'Università. I Comuni potranno contare su quattro rappresentanti su otto. Il testo approderà a breve in Consiglio regionale per il voto finale. La scelta del presidente dell'Ente, anche al di fuori degli otto membri, spetterà alla Giunta regionale e non più al Consiglio

 

di Martina Marinangeli

E alla fine la spunta la linea dei Comuni. La commissione Ambiente del Consiglio regionale, dopo mesi di impasse, ha licenziato oggi, in via definitiva, la proposta di legge che riforma il direttivo del Parco del Conero, al momento commissariato. Sbloccato lo stallo con un netto dietrofront della commissione, che dopo aver votato all’unanimità una governance a 10 dell’Ente lo scorso settembre – poi messa in stand by dal veto del Consiglio delle Autonomie Locali e dalla ferrea resistenza dei sindaci, Mancinelli in testa- ma a otto, più un presidente che può essere scelto anche al di fuori del direttivo. I due posti in meno sono quelli del rappresentante dell’Università Politecnica delle Marche e di uno dei due rappresentanti delle principali associazioni ambientaliste. Nel testo, che a breve approderà nell’Aula del Consiglio regionale per il voto finale, viene stabilito che il direttivo sarà composto da un rappresentante della Regione – nella versione precedente era scelto dall’Assemblea legislativa, mentre ora la sua nomina spetterebbe alla Giunta – uno per ognuno dei quattro Comuni ricadenti nel Parco (ovvero Ancona, Sirolo, Numana e Camerano), un rappresentante del comparto agricolo, uno degli operatori turistici e uno solo per le associazioni ambientaliste. Il presidente verrà poi nominato dalla giunta regionale, su proposta del direttivo. Il nuovo assetto mette i Comuni in un’evidente posizione di potere perché, se si presentano compatti, potrebbero far valere il loro peso sulla scelta del presidente e su tutte le decisioni future che l’Ente Parco sarà chiamato a prendere. 

Sandro Bisonni

La pdl così modificata è stata licenziata con i voti favorevoli dei membri Pd e Lega della commissione, l’astensione del Movimento 5 Stelle ed il solo voto contrario del consigliere Sandro Bisonni (Gruppo Misto). «Questo ripensamento della commissione Ambiente su un testo che aveva già approvato all’unanimità – osserva Bisonni – è dovuto a lotte intestine alla maggioranza. I Parchi rappresentano un patrimonio universale per tutti i cittadini, marchigiani e non, non è proprietà dei Comuni. Quando la pdl arriverà in Aula, presenterò alcuni emendamenti per ripristinare il testo precedente», quello con il direttivo a 10 e due rappresentanti delle associazioni ambientaliste all’interno, per capirci. Intanto però, il dato di fatto è che a spuntarla su tutti sono stati i Comuni, guidati dalla sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, che chiedevano un solo rappresentante ambientalista, temendo il potenziale ostracismo su alcune decisioni future.

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