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Dall’alluvione all’incubo fuoco
Gli operai: “Pronti a ricominciare” (Video)

CASTELFIDARDO - Molti lavoratori fuori turno stamattina sono accorsi sul piazzale esterno per mettersi a disposizione ed abbracciare l'imprenditore ed i suoi familiari. Nel 2006 la bomba d'acqua e l'esondazione dei corsi d'acqua avevano distrutto i macchinari dell'azienda che dà lavoro a quasi 400 dipendenti. La solidarietà dei sindacati

 

La figlia e la moglie di Sergio Tontarelli stamattina sul piazzale

 

Occhi lucidi e abbracci, stamattina, sul piazzale della Tontarelli di Castelfidardo, avvolta da una nuvola nera di fumo. Gli operai, anche quelli in turno di riposo, sono accorsi sul piazzale esterno “per metterci subito a disposizione –  raccontano – siamo pronti a ricominciare”. In molti hanno abbracciato la moglie del titolare e la figlia Chiara, spendendo parole di conforto. “C‘è solo il dispiacere morale, tutto il resto si sistema” ha ripetuto per rassicurarli Sergio Tontarelli. L’industriale fidardense si è fatto da solo, riuscendo con un pizzico di genialità a travalicare i confini nazionali per importare prodotti in plastica per la casa ed i giardino, oggetti di design ma low cost. L’avventura imprenditoriale è iniziata nel 1979 con la produzione di ingegnose mollette per appendere la biancheria lavata o di contenitori per cibo da congelatore ed è proseguito con gli arredi da giardino. “Vedere i miei collaboratori così vicini mi commuove – commentava stamattina Tontarelli, mentre il fuoco divorava il tetto del capannone- Grazie a tutti e lo dico con le lacrime agli occhi. Abbiamo già superato l’alluvione, ce la faremo anche stavolta: qua ci sono ragazzi che l’hanno vissuta con me”.

Sergio Tontarelli

Dall’acqua al fuoco. Un incubo che si è materializzato in pochi istanti nello sguardo pensieroso degli operai che gremivano il piazzale della Spa. Il 16 settembre del 2006 il mondo produttivo del distretto plurisettoriale industriale di Ancona Sud era stato messo in ginocchio da una colata di fango. La campagna e la zona industriale tra Osimo, Camerano e Castelfidardo, erano state devastate dalla bomba d’acqua scaricata dall’Aspio e dai suoi affluenti, Scaricalasino e Rigo, rigonfiati dai 70 ml/mc di pioggia caduti in appena un’ora e mezza. I campi arati avevano fatto il resto. Il giorno dopo l’ondata di piena lo scenario era sconfortante e tutti avevano le mani sporche.

Alluvione 2006, la moglie di Sergio Tontarelli con il marito e gli operai ripulisce il piazzale dell’azienda invaso dal fango

Alla Tontarelli, Sergio, il titolare con la moglie e i figli, gli operai lavoravano con le ramazze per ripulire l’esterno ma anche gli interni dei capannoni dove i macchinari erano finiti sott’acqua. Più di centro aziende ad Osimo era precipitate in un attimo in un vortice di difficoltà, altre 70 a Castelfidardo, ed erano 1500-2000 dipendenti a rischio occupazione in un territorio martoriato di 150 km/q , 400 dei quali concentrati proprio nella ditta fidardense di via Giolitti. Le polemiche, al tempo, non erano mancate ma erano stata una diretta conseguenza alla reazione emotiva di chi aveva perso tutto. Nessuno però si era risparmiato fatica, nessuno aveva poi perso il proprio posto di lavoro. Così anche la Tontarelli si era rialzata. “Quello che più mi rincuora è che non c’erano persone dentro quel magazzino in fiamme e che nessuno è rimasto intossicato” ha sottolineato oggi l’imprenditore che guida un’azienda con centinaia di dipendenti, scandita però dai ritmi e dalle dinamiche di una grande famiglia.

Ancora una immagine del piazzale della Tontarelli dopo l’alluvione del 2006

LA SOLIDARIETA’ DEI SINDACATI – Filctem Cgil, Femca Cisl Ancona esprimono grande vicinanza e solidarietà ai dipendenti e all’azienda, colpiti dal grave incendio di questa mattina.  “Soddisfatti perché nessun lavoratore è stato coinvolto nel disastro, i sindacati auspicano una continuità dell’attività lavorativa senza ripercussioni sulla forza lavoro e sulla produzione. Il tutto, in attesa di ulteriori approfondimenti sulla sicurezza della salute pubblica e ambientale.  I sindacati, naturalmente, sono a disposizione per un incontro e una valutazione generale della situazione” fa sapere una nota stampa congiunta a firma delle due sigle sindacali.

 

L’acqua esondata dal fiume Aspio e dai suoi affluenti, nel 2006 mise in ginocchio anche l’azienda Tontarelli

LE INDAGINI SULL’INCENDIO– Alle 15 di oggi erano rimasti accesi solo piccoli fumaioli dentro il capannone di vioa Giolitti andato a fuoco a partire dalla 5,45 di stamattina poco dopo il cambio turno del personale, attivo h24 alla Tontarelli. Piccoli focolai tenuti sotto controllo dai vigili del fuoco. Lo spazio interno del deposito continua ad essere impraticabile, non tanto per il calore, quando per il pericolo di crollo di alcune travi della copertura, minate nella struttura portante e in parte incenerite dalle fiamme che si sono alzate fino a 30 metri di altezza.  Il capannone danneggiato dal rogo è stato sottoposto a sequestro preventivo ed i sigilli sono stati apposti anche alla centralina anticendio. Sul posto stanno operando, insieme ai carabinieri di Castelfidardo con i colleghi del Noe ed i tecnici dell’Arpam, anche i funzionari dei vigili del fuoco della squadra di polizia giudiziaria e un perito della Procura. Nell’impossibilità di svolgere un sopralluogo dentro al capannone si stanno intanto analizzando i filmati delle telecamere del sistema di videosorveglianza e verificando la regolarità del sistema anticendio che ha funzionato non solo con gli allarmi ma anche nell’isolamento degli ambienti tra il magazzino e il capannone di produzione, separati dalle porte tagliafuoco.

(fotoservizio Giusy Marinelli)

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L’ingegnere dei vigili del fuoco

 

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