Sebastiano Dimasi (a sinistra) e la vittima Alessandro Vitaletti
Omicidio del professore Alessandro Vitaletti, la Cassazione conferma la condanna a 16 anni inflitta sia in primo che in secondo grado a Sebastiano Dimasi. La decisione dei giudici romani mette un punto definitivo all’inchiesta nata dal delitto consumato a Sassoferrato il 28 gennaio del 2017. Di fronte al gup, il 56enne calabrese aveva deciso di procedere con il rito abbreviato. La procura aveva chiesto 30 anni di reclusione, contestando anche la premeditazione dell’omicidio. In sede di sentenza, l’aggravante era poi caduto, riducendo di quasi la metà l’entità della pena chiesta dal pm Serena Bizzarri. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il delitto era maturato nell’ambito della gelosia provata dall’imputato nei confronti della vittima, docente di lettere, che aveva intrecciato una relazione con la sua ex moglie. Per la procura era stato il 56enne a correre verso Vitaletti non appena lo aveva scorto fuori dal bar dello Sport, in via Buozzi, dove si trovava. Ci sarebbe stata una discussione, poi le coltellate inflitte al professore. Dopo la bagarre terminata con i fendenti mortali, l’imputato era fuggito lontano da Sassoferrato, trovando riparo in un casolare tra le montagne umbre. Erano stati i carabinieri a scovarlo e a portarlo a Montacuto, dove è tuttora recluso. Per la difesa, sarebbe stato il professore ad attaccare briga con l’imputato, generando la lite finita in modo tragico. L’arma del delitto non è mai stata ritrovata.
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