facebook rss

La pandemia nelle Marche:
molto meglio di un anno fa
ma ancora non basta

L'INTERVENTO di Claudio Maria Maffei - Il numero di ricoveri si è ridotto di molto ma gli ospedali sono ancora in grossa difficoltà e resta uno zoccolo duro di 100mila adulti non vaccinati

claudio-maffei

Claudio Maffei

 

di Claudio Maria Maffei*

Cominciamo dalla parte mezza piena della bottiglia. Va meglio, molto meglio di un anno fa. Questi i dati dell’11 dicembre dell’anno scorso: con 483 nuovi casi positivi avevamo 86 ricoverati in terapia intensiva, 139 in semintensiva, 351 negli altri reparti, 269 nelle strutture territoriali e 32 nei Servizi di Pronto Soccorso con 6 decessi. Quest’anno nello stesso giorno con un numero superiore di nuovi casi (565), i ricoverati in terapia intensiva sono 32, i ricoveri in semintensiva 30, i ricoveri in reparti non intensivi 82, i pazienti in pronto soccorso 24, gli ospiti in strutture residenziali 97 e c’è stato un unico decesso. Questo straordinario miglioramento è avvenuto nonostante la variante delta che oggi prevale sia il doppio più contagiosa della variante che circolava l’anno scorso.

Schermata-2021-12-12-alle-05.25.03-650x474

Didascalia: Andamento dei ricoveri in terapia intensiva nelle Marche da inizio pandemia (Fonte: elaborazioni del dott. Paolo Spada per la pagina Facebook di Pillole di Ottimismo)

Ma i dati di questi giorni non vanno ancora bene. Gli ospedali continuano ad essere in grossa difficoltà. In diversi ospedali l’attività chirurgica è ridotta (gli anestesisti rianimatori e gli infermieri o stanno da una parte o stanno da un’altra e se servono in area Covid le altre attività ne soffrono) e diversi, se non tutti, i Servizi di Pronto Soccorso sono allo stremo. Su questi fenomeni pesa la carenza di personale, ma pesa anche il Covid che soprattutto con una maggiore copertura vaccinale circolerebbe di meno. E rispetto al quale non tutti ancora hanno capito che il distanziamento e le mascherine ancora servono, ai non vaccinati, ma anche ai vaccinati.

Guardiamo i dati aggiornati a ieri della vaccinazione nelle Marche. C’è ancora uno zoccolo duro di persone che pur potendo essere vaccinate rinunciano a farlo. Uno zoccolo un po’ più alto rispetto alle altre Regioni. Ieri, ad esempio, nella classe di età tra i 50 e i 59 anni i non vaccinati erano nelle Marche 33.000 pari al 14%, contro una percentuale del 10,8% a livello nazionale. In quella tra i 40 e i 49 anni i non vaccinati erano 41.485 pari al 19%, percentuale decisamente più alta di quella media italiana, il 15,3%.

Perché nelle Marche c’è questa resistenza? Inutile cercare un capro espiatorio nella politica o in chi fa cattiva informazione. Le Marche sono Regione dalla alta civiltà e anche in questa pandemia riuscirà prima o poi a dimostrarla appieno. Per ora non ci riesce. Oltre 100.000 adulti non vaccinati nelle Marche purtroppo non sono un bel segnale di civiltà, un segnale che ci tiene dietro a tutte le altre realtà regionali confinanti. Magari vale la pena di chiedersene i motivi senza toni da guerra santa, ma con fermezza. Come vale la pena di chiarire che non ci sono diagnosi precoci e anticorpi monoclonali che tengano: la strada maestra è la vaccinazione. Come sarebbe importante evitare la retorica del “vinciamo tutti assieme”, chi si vaccina e chi non si vaccina. Chi non si vaccina potendo farlo fa di tutto per far perdere i compagni. Il grafico dei ricoveri in terapia intensiva nelle Marche da inizio pandemia ad oggi lo dimostra: cresce il numero dei vaccinati e diminuiscono i ricoveri. Serve altro per capire chi vuol vincere e chi vuol far perdere?

*Claudio Maria Maffei, medico e dirigente sanitario in pensione



Articoli correlati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X