Il cantiere all’ex Stracca è di nuovo in stand by. Valeria Campanella, membro del coordinamento di ‘Altra Idea di Città’, oltre che consigliera del Ctp1 ha scritto una lettera al sindaco Daniele Silvetti e agli assessori. «Richiamo la vostra attenzione sulla situazione oggettivamente degradante della zona che comprende il cantiere, ormai dichiaratamente “incompiuto”, che è passato da ex Istituto Stracca ad Ex palazzo di lusso. Richiamo la vostra attenzione perché, seppur le vostre continue esternazioni e costernazioni, nonché vacue promesse parrebbero far presumere ad un’attenzione particolarmente accalorata al problema, mi sembra che la questione non venga assolutamente presa in considerazione concretamente. Non sono assolutamente sicura che abbiate capito la grave situazione di abbandono e di disagio in cui si sono ritrovati i cittadini nel constatare che abiteranno per decenni ancora vicino ad una voragine semi cementificata. Un buco che ad ogni pioggia si riempie di acqua che diventa stagnante».
Campanella fa osservare agli amministratori comunali di Ancona «il grigiore chiuso da muro, cancello e transenne posticce, che quando c’è il vento forte, e ultimamente c’è stato spesso, cadono, volano, diventando pericolose, per non parlare del fatto che sono veramente oscene; Uno spazio off limits dove già proliferano erbacce, topi e immondizia; Una strada e un marciapiede che non ritorneranno più ad uso pubblico, perché il cantiere si è preso anche quello spazio, occupandolo con una gru, e con le basi di cemento dell’illuminazione pubblica temporaneamente spostata per far posto al cantiere; Le vie limitrofe affogano nel caos del traffico, nell’ormai cronico abbandono, marciapiedi sconnessi, strade gruviera, pulizia inesistente».
Poi ricorda che nelle assemblee pubbliche, dove erano presenti alcuni assessori, «l’Amministrazione non è riuscita a sfoderare nessun piano per risolvere la pesante situazione della mobilità e della sosta per i residenti. Dopo tutto questo è ora di pretendere chiarezza, onestà intellettuale e soluzioni studiate, progettate concretamente per rimediare a questa desolante situazione venutasi a creare a poche centinaia di metri da Corso Garibaldi, che sembra invece l’unica via nelle vostre concentrazioni. Dopo le dichiarazioni del sindaco, mi chiedo se si ha la consapevolezza che la ditta ha smesso di costruire e ha chiuso il cantiere perché non ha soldi per continuare, e che quindi non sarà facile pretendere la rimozione della gru e il ripristino dell’illuminazione pubblica originaria a spese loro e che sarà inevitabile l’intervento diretto del Comune. Ma il Comune può intervenire direttamente con un’ordinanza dirigenziale ordinando “lo smontaggio e la rimozione” della gru e il ripristino dell’illuminazione pubblica originaria motivandola adeguatamente per ragioni di pericolosità, incolumità pubblica e per la sicurezza degli abitanti del quartiere? I tempi potrebbero rivelarsi lunghi, lunghissimi».
Ecco perché i residenti per voce della consigliera del Ctp1 Valeria Campanella (Aic) spiegano di rendersi conto che «la liberazione di quello spazio pubblico, dato in concessione, è necessario per poter ricucire il tessuto dell’intera comunità, ma se non fosse possibile o se fosse possibile tra molto troppo tempo? Esiste una soluzione per uscire dal tunnel. Immediata e concreta: ripulire, manutentare, riqualificare tutta la zona con progetti che impegnino la Giunta, dalla mobilità all’urbanistica, dalle manutenzioni alla partecipazione democratica, dalla cultura alle politiche socio-educative, per definire uno spazio ecosostenibile, vivibile e condiviso, malgrado la voragine. Per fare tutto ciò occorrono fondi. Li avete previsti? Attendo risposta» conclude Campanella.
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