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Beffati di Pietralacroce:
doccia gelata, rischiano il pignoramento

ANCONA - Amara sorpresa per i proprietari delle case dell'Apl 4. Invece dell'accordo da siglare con Ubi per lo sconto del 60% sulle ipoteche già pagate, ma mai estinte da CoopCasa Marche, arriva la nomina dell'esecutore del pignoramento, disposta dal giudice

L’incompiuta Apl4 di Pietralacroce (foto d’archivio)

 

Doccia gelata per i “dannati” dell’Apl 4 di Pietralacroce. Aspettavano di ricevere l’accordo da firmare per lo sconto del 60% sull’ipoteca pattuito con Ubi Banca, dopo gli incontri con il sindaco Mancinelli ed il pool di avvocati che sta seguendo la vicenda, ed invece si sono visti recapitare una lettera dall’avvocato che dovrà curare gli interessi dell’istituto di credito, nominato dal giudice responsabile dell’esecuzione del pignoramento degli immobili della fallita Coop Casa Marche. Allegata alla nomina, anche la serie di azioni a cui è tenuto il legale nominato dal Tribunale: dalla sostituzione della serratura del bene pignorato se libero, alla riscossione dei canoni nel caso il bene sia occupato da terzi. Non c’è fine, dunque, ai grattacapi dei residenti dell’area Altavilla.

Non senza qualche rospo mandato giù a forza, in molti erano convinti di aver scritto la parola fine sulla questione, dopo l’ultimo incontro con il sindaco e l’avvocato Barbieri, che sta coordinando i legali delle famiglie beffate dalla cooperativa edile. Tanto da attendere solo la formalizzazione dell’accordo stabilito con Ubi per chiudere la vicenda e, per alcuni, la modulazione di eventuali mutui. Ora invece le inaspettate lettere che stanno arrivando proprio in questi giorni hanno risvegliato timori e rabbia. Immediata la richiesta ai rispettivi avvocati di chiarimenti ed ulteriori informazioni da parte dei destinatari delle missive. Alcuni contatti sarebbero già in corso tra gli avvocati dei beffati di Coop Casa Marche ed il custode nominato dal Tribunale, al quale sarebbero stati illustrati i termini degli accordi in corso con Ubi, con l’invito ad interrompere l’iter giudiziale in vista degli stessi. In attesa di sapere l’evoluzione di questo ennesimo capitolo dell’Apl 4 di Pietralacroce, in molti dormono di nuovo sonni agitati, considerando l’accaduto un fatto da non sottovalutare.

Insomma, per i residenti dell’Apl 4 di Pietralacroce non c’è pace. Le nuove lettere si aggiungono alla certezza che – contrariamente a quanto inizialmente delineato – con l’estinzione delle ipoteche a prezzi “stracciati”, dando per scontato l’epilogo positivo degli accordi, la surroga rimane saldamente nelle mani di Ubi Banca, titolare delle ipoteche, dopo l’acquisizione di Banca Marche. «Il che significa che sarebbero dunque escluse per gli ex soci beffati ogni ipotesi di essere ammessi al passivo del fallimento di Coop Casa Marche, al fine di recuperare eventuali briciole» afferma Andrea Raschia, sindacalista, che in più di un’occasione si è fatto portavoce del malcontento dei residenti dell’area e che ha interessato della vicenda anche il Quirinale. «Ipotesi esclusa − prosegue − anche adesso, dopo la confisca dei patrimoni ordinata dal giudice nei confronti di ex amministratori Coop Casa Marche ritenuti, evidentemente, non proprio galantuomini, e comunque certamente non del tutto esenti da responsabilità. Beni che invece potrebbero offrire ristoro a queste famiglie che, è bene non dimenticare, risultano pur sempre inserite in un Peep e proprio per queste ragioni titolari di un diritto degno della massima tutela, allo stesso modo dei risparmiatori truffati dalle banche fallite e che oggi giustamente reclamano e possono ricevere il dovuto risarcimento. Ribadisco ancora una volta − continua Raschia − gli importanti risultati, che spero siano confermati, raggiunti dall’interessamento dell’ex parlamentare Carrescia e del sindaco, ma l’ingiustizia ed il dramma sociale resta di cui le istituzioni pubbliche devono farsi carico».

Il sindacalista non perde poi l’occasione per ricordare che l’intricata e dolorosa vicenda delle ipoteche pagate ma mai estinte di Coop Casa Marche non riguarda solo Ubi Banca, con la quale si è aperto il dialogo. Un’altra fetta di proprietari si trova un’ipoteca accesa con il gruppo bancario Intesa SanPaolo che ha acquisito i crediti della fallita Veneto Banca che a suo tempo aveva concesso finanziamenti alla cooperativa. «È necessario coinvolgere anche il gruppo Intesa SanPaolo per valutare per tempo la gravità della situazione e le più opportune iniziative al fine di evitare le drammatiche conseguenze sociali che ne possono derivare, coordinando ogni possibile intervento ed azione con i soggetti che per definizione non possono sottrarsi al compito di individuare soluzioni sostenibili, andando oltre quanto già ottenuto con l’abbattimento della quota da ri-pagare».

(A. C.)

 

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