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Incompiute di Pietralacroce:
chiesto un nuovo incontro con Ubi,
Mattarella scrive al prefetto

ANCONA - I residenti dell'Apl4 vorrebbero andare avanti nella trattativa puntando a cancellare d'ufficio l'ipoteca. Intanto del caso si sta interessando anche il presidente della Repubblica che ha contattato la prefettura di Ancona per seguire la vicenda

L’incompiuta Apl4 di Pietralacroce (foto d’archivio)

 

Le palazzine mai terminate a Pietralacroce (foto d’archivio)

 

di Agnese Carnevali

Non solo uno sconto, ma la cancellazione delle ipoteche. È la richiesta del comitato dei condomini dell’Apl4 di Pietralacroce, la zona residenziale incompiuta frutto del fallimento di Coopcasa Marche. Dopo l’apertura di Ubi durante l’incontro con il sindaco di Ancona, Valeria Mancinelli, e del deputato Pd, Piergiorgio Carrescia – che si sono fatti portavoce dei cittadini – a cui hanno partecipato anche i legali dei residenti, questi chiedono ancora un passo avanti nella trattativa. Istituzioni ed avvocati hanno strappato ad Ubi, che ha acquisito le ipoteche dalle banche che ha assorbito, Banca Marche e Banca popolare di Ancona in primis, l’azzeramento degli interessi ed uno sconto del 60% sulla cifra dovuta. «Un buon punto di partenza, per il quale ringraziamo il sindaco ed il deputato Carrescia, ma crediamo che Ubi possa e debba fare di più. Noi siamo persone oneste − spiega Paola Cartaginese, uno dei residenti del quartiere −, abbiamo già pagato, e per intero, la casa e non dobbiamo alcun soldo alle banche, la responsabilità del debito sta nel fallimento di Coopcasa Marche che non ha versato i soldi dovuti pur incassandoli da noi soci». Il comitato è tornato così a chiedere al sindaco Mancinelli un nuovo incontro con i vertici di Ubi per riprendere la trattativa. Non solo. Il comitato ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, esponendo la situazione, in particolare il fallimento della cooperativa. Il capo dello Stato ha interessato la prefettura di Ancona, inviando all’ufficio del Governo le segnalazioni pervenutegli e chiedendo di seguire la vicenda. «L’attenzione dimostrataci dal presidente della Repubblica − riprende Cartaginese − è un altro elemento che ci spinge ad avere fiducia e a credere nella possibilità di uscire finalmente da questo incubo». Un incubo che per molti dei condomini del quartiere Apl4 di Pietralacroce si protrae da quasi dieci anni. «Capisco che Ubi ha fatto un passo nei nostri confronti − prosegue Cartaginese − ma qui parliamo di circa 34 famiglie che sono nella nostra stessa situazione. Che hanno pagato casa per intero, nel mio caso in contanti, senza accendere alcun mutuo, con i sacrifici di una vita. Si tratta di case acquistate in edilizia convenzionata, quindi già rivolte a persone che non si trovano in una situazione economica florida. Ora anche il 40% di centinaia di migliaia di euro, sono cifre enormi, che non possiamo sostenere. Per questo chiediamo la cancellazione d’ufficio delle ipoteche o comunque un pagamento simbolico per estinguere il debito. Ci troviamo − continua − di fronte ad un’ingiustizia palese nella quale le persone oneste come noi si trovano a loro insaputa in una situazione di insolvenza, mentre i vertici di Coopcasa Marche, che hanno incassato i soldi dai soci e con essi non hanno mai estinto il mutuo fondiario chiesto alle banche, hanno fatto fallire la cooperativa con oltre 40 milioni di debiti e si dichiarano indigenti».

Ai risvolti degli ultimi mesi, dall’arrivo delle lettere di pignoramento alla trattativa con Ubi, anni in cui i residenti hanno visto crollare il valore originario dell’immobile, condizioni abitative precarie in una zona che è di fatto un cantiere ancora aperto e la difficoltà a chiedere persino un finanziamento per l’acquisto di un televisore. «In quanto titolari di un’ipoteca a nostra insaputa − aggiunge ancora Cartaginese − siamo iscritti nella centrale unica dei rischi, risultiamo cioè creditori insolventi. Dunque non c’è nessuno che ci concederebbe un prestito. Una vicenda assurda e tipicamente italiana, nella quale la legge incastra gli onesti e permette ai disonesti di farla franca. Più ci dibattiamo più cappio si stringe. Viviamo dal 2009 in condizioni degradate, in un quartiere mai completato, senza marciapiedei, con un’illuminazione precaria, le gru ferme da anni sopra la testa, con gli scheletri delle palazzine mai completate attorno. Tutti danni economici ed anche psicologici dei quali non saremo mai ripagati».

Sul cantiere qualcosa sembrerebbe muoversi, almeno per quanto riguarda la parte di edilizia privata. Il cantiere dovrebbe ripartire il prossimo aprile, dopo l’acquisto all’asta del lotto originariamente di proprietà del costruttore Lanari. «Di buono c’è che gli scheletri speriamo diventino presto case − sottolinea Cartaginese −, ma quelle che dovevano essere delle villette basse a schiera diventeranno palazzi di quattro piani, con ulteriore svalutazione ai nostri immobili, la cui vista sarà coperta da alte mura».

Fiduciosa nel risultato dell’intermediazione del sindaco con Ubi e dell’interessamento di Mattarella, Paola Cartaginese, fa un ultimo affondo contro Legacoop. «Dopo un incontro tra i vertici nazionali, il presidente regionale ed i nostri avvocati non abbiamo più ricevuto loro notizie. Mi sembra assurdo − conclude Cartaginese − che il primo organo preposto alla vigilanza ed al controllo dei propri associati non conoscesse la grave situazione in cui versava Coopcasa Marche, che ci era invece sempre descritta come una delle realtà più solide. E soprattutto che un’associazione di categoria come la Lega delle cooperative non abbia un fondo rischi per poter sostenere i soci onesti che si trovano loro malgrado in situazioni di gravi difficoltà».

Fallimento CoopCasa Marche: trattativa con Ubi per dimezzare le ipoteche

 

 

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