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Un mese fa la tragedia di Corinaldo:
sei vittime, dieci indagati e una verità tutta da scoprire

DRAMMA - Nella notte tra il 7 l'8 dicembre, la strage della Lanterna Azzurra durante l'evento che avrebbe dovuto portare nel locale di via Madonna del Piano il trapper Sfera Ebbasta. Nella calca creatasi dopo il fuggi fuggi innescato probabilmente da uno spray urticante hanno perso la vita cinque ragazzini e una mamma di 39 anni. Due i fascicoli aperti: da una parte indaga la procura dei minori e dall'altra quella ordinaria. Domattina, un nuovo sopralluogo in discoteca con i Ris e i consulenti delle parti. Più avanti è possibile che la serata maledetta sia ricostruita virtualmente al computer

 

di Federica Serfilippi

L’8 dicembre 2018 si consumava la tragedia della Lanterna Azzurra. Una notte di  pianti, lacrime, lutti che ha portato con sé  una marea di interrogativi per quello che doveva essere e invece non è stato. Ha portato dolore, ma anche voglia di giustizia e verità. È quella che reclamano i superstiti, le oltre ottanta persone rimaste ferite e sopratutto i familiari delle sei vittime. Cinque erano minorenni: Asia, Daniele, Emma, Benedetta, Mattia erano arrivati in discoteca con i loro amici per andare ad ascoltare Sfera Ebbasta, cantante mai arrivato a Corinaldo nonostante sul biglietto ci fosse scritto che la sua esibizione sarebbe iniziata alle ore 22.05. Hanno perso la vita mentre cercavano di scappare da quella calca infernale, innescata molto probabilmente dall’utilizzo di uno spray urticante. Con loro, nel fuggi fuggi, c’era la 39enne Eleonora Girolimini. Aveva raggiunto la Lanterna Azzurra per esaudire il desiderio della sua bambina, 11 anni, fan di Sfera. Ha fatto di tutto per proteggere la sua piccola, trovando però la morte rimanendo schiacciata sotto il peso di chissà quante persone. Domattina, a un mese esatto dal dramma, le porte della discoteca si riapriranno per volontà della procura minorile e di quella ordinaria, titolari di una doppia inchiesta sui fatti di Corinaldo per cui in totale ci sono dieci indagati, di cui un 17enne di Senigallia sospettato di aver spruzzato la sostanza urticante. I

Il momento in cui ha ceduto la balaustra fuori dalla discoteca

Ris e i consulenti scelti dalle parti in causa scandaglieranno ogni centimetro del locale per trovare eventuali tracce di capsaicina, il principio attivo del peperoncino, o di altre sostanze rimaste presenti tra le mura della Lanterna. Dovranno analizzare anche l’impianto di ventilazione, i frigoriferi e i congelatori dei bar, ma anche le uscite di sicurezza per capire cosa non ha funzionato quella maledetta notte dove quasi tutti i presenti, attorno a mezzanotte e mezza, si sono riversati verso un’unica direzione: quella porta dietro la quale c’era una rampa delimitata da due balaustre. Una, sotto il peso della calca, ha ceduto, creando una trappola mortale a effetto domino.  Un altro sopralluogo, uno è già avvenuto il 21 dicembre, verrà eseguito l’11 gennaio. Dovrà anche essere analizzata la bomboletta spray peperoncino trovata dai carabinieri su una delle piste da ballo del locale subito dopo il dramma. E ancora, più avanti, è possibile che la procura voglia cristallizazre la dinamica di quella notte attraverso una ricostruzione tridimensionale fatta con il computer. Sarà la tecnologia a riprodurre gli attimi della serata, partendo dai documenti e della testimonianze raccolte dagli inquirenti. Agli atti, ci sono video e foto amatoriali scattati dai presenti all’ultima serata di apertura della Lanterna Azzurra. Serviranno anche per capire quante persone erano effettivamente presenti all’interno del locale. La sala principale, quella dove si sarebbe dovuto svolgere il dj set di Sfera Ebbasta, ha una capienza di 459 unità. Tutta la Lanterna poteva invece ospitare 871 persone. Stando a quanto raccolto dal comitato Giustizie per le vittime della Lanterna Azzurra, seguito legalmente dall’avvocato Corrado Canafoglia, all’interno della discoteca c’erano almeno 1500 persone.

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