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Emergenza bagni pubblici:
«Pessimo biglietto da visita
per i turisti»

ANCONA - Segnalata in Consiglio Comunale la situazione della toilette del mercato di piazza d'Armi, utilizzata dai tossicodipendenti. Out i wc del Pincio e in attesa di manutenzione, previo nulla osta della Soprintendenza. Il consigliere leghista Andreoli: «Gravi carenze dell'Amministrazione, uno stato di civiltà al di sotto dei livelli della preistoria»

Il bagno di piazza d’Armi

 

di Giampaolo Milzi

Mattina di giovedì scorso, una signora aspetta pazientemente il suo turno ai “famigerati” servizi igienici di piazza D’Armi, alla fine escono due persone adulte che secondo la donna, dichiaratasi esterrefatta, avevano appena finito di “spararsi” una dose di droga. Ci ha provato, l’assessore Stefano Foresi, nella seduta del Consiglio comunale di oggi – allungatasi dal primo pomeriggio a serata inoltrata – a fare chiarezza sui vari s.o.s lanciati da più parti (stampa compresa) sullo stato altamente degradato delle toilettes pubbliche ad Ancona. «Tutti i bagni della città sono funzionanti, controllati e monitorati, tranne quello del Parco del Pincio» ha detto in sostanza l’assessore rispondendo a due interrogazioni urgenti sull’annosa questione, firmate dalla consigliera pentastellata Lorella Schiavoni e dalla collega capogruppo della Lega Antonella Andreoli. Tutti i bagni compreso quello di piazza D’Armi, dunque? Macché. Incalzato dalla Schiavoni, la quale aveva appena riferito della aberrante mini-odissea patita dalla citata signora, Foresi ha ammesso che il caso è noto – come si dice, “agli uffici” – tanto che è stata sporta formale denuncia alle forze dell’ordine. Né Foresi ha dato risposte su almeno uno dei servizi igienici deficitari segnalati al cimitero di Tavernelle, inaccessibile per i disabili. Stessa solfa per gli impianti vicini alla sede di Anconambiente, che funzionerebbero a metà, con un unico servizio sia per gli uomini che per le donne.

L’ingresso dei bagni pubblici del Pincio

Quanto alla situazione al Pincio, descritta con precisione  in un articolo di Cronache Ancona, Foresi ha ammesso che da molto tempo, pare come minino da un anno, di sicuro dalla scorsa estate, «è stato chiuso dall’Amministrazione comunale in quanto inagibile per gravi problemi strutturali. Per ripristinare il servizio serviranno interventi tecnici non indifferenti, siamo in contatto fra l’altro con la Soprintendenza per confrontarci sulle modalità dei lavori da effettuare». Burocrazia a go go, quindi, tant’è chenon ci sono stati riferimenti alla tempistica delle riparazioni necessarie per il ritorno all’agibilità. Peraltro in uno dei mini ambienti che costituiscono il piccolo edificio chiunque può accedere (zero cartelli a segnalare l’inagibilità o il divieto d’ingresso).
«Non solo Foresi non ha fornito alcuna data di previsione sul ripristino di questi bagni – ha poi scritto in una dura nota stampa la legista Andreoli – ma non ha neanche dato rassicurazioni sull’eventuale temporanea sostituzione degli stessi con bagni chimici». Vien da chiedersi cosa abbia a che fare la Soprintendenza coi bagni del Pincio. Semplice: il turpe e lurido casotto è a ridosso delle mura ottocentesche del forte della Lunetta, mura sempre più diroccate e quindi transennate per decine e decine di metri. Insomma, piove a dirotto sul bagnato, ma non si profila nessuno all’orizzonte civico-istituzionale che tiri la catenella per lo sciacquone salvifico.

Antonella Andreoli

Tornando alla iper critica nota della Andreoli, ne esce un quadro nauseante della situazione, anche per altri aspetti. Compreso quello del costo delle manutenzioni: «Assurdo l’importo dichiarato per le spese di pulizia dei dei soli bagni pubblici dei parchi e del Duomo, circa una decina, per i quali il Comune lo scorso anno ha speso quasi 55mila euro, con quelli del Duomo aperti solo nel fine settimana per tutta la stagione invernale. Circa i problemi di pulizia – ha scritto ancora la consigliera leghista – l’assessore Foresi ha dichiarato di aver dovuto addirittura introdurre la figura di una ulteriore persona addetta ai controlli». «Per i bagni dei mercati e di piazza Roma risultano inoltre essere previste ulteriori voci di spesa essendo la gestione degli stessi demandata ad altre cooperative o società. – prosegue la nota – Nessuna risposta è stata fornita circa la carenza di idonea e visibile cartellonistica con particolare riferimento ai servizi di piazza Roma nè alla possibilità di installare telecamere per prevenire episodi di vandalismo, nonché bagni autopulenti che sarebbero auspicabili anche nella nuova piazza del Crocifisso».
«Se la civiltà di un Paese o di una città si vede anche dalla presenza e dallo stato dei bagni pubblici – ha concluso la Andreoli – Ancona, a causa delle gravi carenze dell’Amministrazione e delle terribili ma inspiegabilmente costosissime gestioni dei medesimi, si pone certamente al di sotto dei livelli della preistoria. Un pessimo biglietto da visita anche per i turisti».

 

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