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Pnrr, stralciati 164 milioni nelle Marche:
«Solo ad Ancona cinque progetti a secco»

IL TAGLIO di 15,9 miliardi dei fondi deciso dal governo ha riguardato anche il capitolo Rigenerazione urbana, su cui molte amministrazioni locali avevano fatto affidamento. Per il capoluogo di regione sono stati tolti i fondi per il restyling del Mercato coperto di Piazza delle Erbe, della biblioteca comunale 'Benincasa', della Mole Vanvitelliana, della pinacoteca comunale 'Podesti' e della plaestra di via Veneto. Cinque progetti a rischio anche per Castelfidardo. Palazzo Chigi assicura che verrà tutto rifinanziato. Giorgio Fede (M5S): «Paghiamo a caro prezzo questo tradimento». Il Pd: «Siamo preoccupati»

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Dal taglio del Pnrr una mannaia su tutte le Marche. Nella nostra regione stralciati 164 milioni di euro del capitolo rigenerazione urbana, di questi 4 riguardano il capoluogo di regione.

Biblioteca Benincasa

Una sorta di colpo di spugna su decine di progetti presentati dalle amministrazioni che rischia di generare un mare di incompiute. Il governo assicura «il completo finanziamento degli interventi stralciati dal Pnrr». Ma non specifica con quali modi e tempi, vedremo. Intanto vediamo cosa di sicuro è stato stralciato dal Pnrr.

Il Mercato delle Erbe di Ancona

Tutto nasce dal fatto che il governo ha deciso di stralciare ben 16 miliardi dal Pnrr in tutta Italia. E come si vede dal piano di revisione, pubblicato dallo stesso governo, sono stati tagliati: la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi), la rigenerazione urbana (3,3 miliardi), i piani urbani integrati (2,5 miliardi), la gestione del rischio di alluvione e del rischio idrogeologico per (1,287 miliardi); l’impiego dell’idrogeno in settori hard-to-abate (1 miliardo), i servizi e le infrastrutture sociali di comunità (725 milioni), la promozione di impianti innovativi, incluso l’offshore (675 milioni), la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni), la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (110 milioni). Praticamente 15,9 miliardi che l’Italia ha deciso di non ricevere e di non spendere.

La Mole Vanvitelliana di Ancona

Entrando nello specifico, il capitolo rigenerazione urbana era quello su cui molte giunte locali avevano fatto affidamento. Nelle Marche erano stati presentati e ammessi 74 progetti per un totale di 164.805.703 euro. Progetti che ora resteranno dunque senza il principale canale di finanziamento. Quasi la metà di questi, 34, erano stati presentati nel Maceratese per un totale di 39.309.449 euro, 10 erano destinati all’Anconetano per  (5 ad Ancona e 5 a Castelfidardo) per un totale di 24,7 milioni.  Nel dettaglio Ancona si era fermata a un totale di circa 20 milioni di  euro distribuiti su quattro grandi progetti per la città che ora rischiano di vedersi depauperare le risorse. Nel dettaglio sono stati tolti dai finanziamenti Pnrr, secondo le prime informazioni, 5.336.200 euro per il restyling del Mercato coperto di Piazza delle Erbe; 4.600.000 euro per la biblioteca comunale ‘Benincasa’; 3 milioni per la Mole Vanvitelliana, banchina di Chio; 900mila euro per la pinacoteca comunale ‘Podesti’ e per finire per la riqualificazione del palasport di via Veneto per 6 milioni di euro. Progetti ideati dalla giunta di centrosinistra dell’ex sindaco Valeria Mancinelli ma portati avanti dall’attuale amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Daniele Silvetti che nelle sue linee programmatiche include tra l’altro proprio il recupero della Mole, cuore pulsante della vita culturale e aggregativa della città. (LEGGI l’articolo).

Il rendering della nuova scuola media Mazzini di Castelfidardo

Castelfidardo che aveva, invece, ottenuto in totale per i vari progetti quasi 5 milioni di euro, viene invece penalizzato nella riqualificazione delle scuole, del campo sportivo e di piazzale don Minzoni. Nel dettaglio per la città della fisarmonica sembrano essere sfumati i finanziamenti per l’ex scuola elementare di Crocette di via Murri per 650.000 (ristrutturazione dell’edificio con suddivisione dell’immobile in due porzioni, di cui il piano rialzato destinato a farmacia comunale c e l’altro a a poliambulatorio; per l’efficientamento energetico e messa in sicurezza di una porzione di immobile dell’ex casa di riposo “Mordini” da destinarsi con cambio di destinazione d’uso a sede Protezione civile e Polizia locale per 800.000 euro. Non basta. A rischio anche le risorse per i lavori di rifacimento del manto in erba artificiale del campo sportivo nuovo, con tribuna con sottostanti spogliatoi ed illuminazione, in via Antonio Meucci per 900.000 euro; la realizzazione in tre lotti strutturali della scuola media con palestra sempre in via Meucci con la realizzazione del terzo lotto strutturale della palestra per 1.400.000 euro e infine la riqualificazione del piazzale Don Minzoni con la costruzione di un parcheggio per 1.200.000 euro.

La pinacoteca civica Podesti

Visto che si tratta di finanziamenti già assegnati sulla carta e in parte probabilmente pure stanziati, perché i relativi decreti erano stati emessi nel periodo che va dal 30 dicembre 2021 al 4 aprile 2022, resta capire cosa ne sarà dei progetti già in stato avanzato. Se saranno trovati altri fondi e se potranno continuare in qualche modo ad andare avanti. Insomma, bisognerà attendere le decisioni del governo per capire come e se sarà colmato questo vuoto.

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Giorgio Fede

«È proprio il caso di dire evviva la filiera Marche-Governo tuona il senatore del M5S Giorgio Fede – Dal Pnrr sono stati stralciati 16 miliardi di opere e anche le Marche pagheranno a caro prezzo il tradimento di questo governo Meloni e della giunta Acquaroli che si riempie la bocca di ‘modello Marche’ e ‘filiera’ col governo nazionale ma poi non è in grado di tutelare gli interessi della propria Regione. Il governo ha promesso di stanziare altre risorse per i progetti depennati ma non ha specificato né come né quando. Ma siamo abituati ormai ai tradimenti della destra che prima colpisce i più poveri togliendo loro l’unico sostegno economico, poi gli imprenditori e proprietari che stavano ristrutturando i loro immobili col superbonus e ora massacra Regioni, sindaci e tutti gli italiani che attendevano, in certi casi anche da decenni opere importantissime. Il Paese è massacrato a 360°, si salvano solo i senatori coi vitalizi e i produttori di armi». Fede punta il dito sulla Regione per i progetti tagliati, perché a suo dire nessuno «si è preso la premura di farlo sapere ai propri cittadini. Premura che invece hanno nell’intestarsi, nel corso di eventi pubblici, il prolungamento della rete Ten-T (con 5 miliardi di euro stanziati) o la continuità territoriale con voli di collegamento ai principali hub di Roma, Napoli e Milano (emendamento a firma Lupo, Coltorti e Fede alla legge di bilancio dicembre 2021). Tutte novità introdotte non certo dalla Regione a guida Acquaroli che, anzi, ha rallentato notevolmente l’avvio dei voli di continuità ma solo e unicamente grazie al lavoro della commissione lavori pubblici del Senato della precedente legislatura. Ora ci auguriamo solo che il Governo della Meloni sia già ‘pronto’ – conclude il senatore pentastellato – con soluzioni alternative per realizzare le opere saltate e che la giunta Acquaroli si risvegli dalla favola che crede di vivere e smetta di fidarsi delle facili promesse. Per quanto mi riguarda, ad oggi la speranza è davvero ridotta al lumicino ed è sacrosanta l’indignazione dei Sindaci verso il governo Meloni che non mantiene l’ennesima promessa, incapace di trovare soluzioni con 209 miliardi stanziati grazie al Movimento 5 Stelle».

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Manuela Bora

Bordate arrivano anche dal Pd.  «Siamo molto preoccupati – afferma la consigliera regionale Manuela Bora – dal taglio lineare di 16 miliardi sul Pnrr imposto dal Governo Meloni. Una scelta calata dall’alto, senza alcuna precedente condivisione con gli amministratori locali, i quali legittimamente chiedono chiarezza e certezze sulla rimodulazione degli interventi, molti dei quali già avviati. Vogliamo sapere cosa pensa il presidente Acquaroli e quali provvedimenti vuole prendere per limitare gli effetti negativi della riduzione delle risorse assegnate alle Marche».

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Maurizio Mangialardi

«La filiera istituzionale tanto sbandierata dal centrodestra – sottolinea il capogruppo in Regione Maurizio Mangialardi – si sta trasformando in un vero e proprio incubo per i marchigiani. Anziché far valere le ragioni del nostro territorio, il presidente Acquaroli e la giunta regionale si sono trincerati dietro un assordante silenzio. Eppure, il definanziamento avviato dal governo Meloni rischia di vanificare il lavoro svolto in Europa dai precedenti governi, cancellando centinaia di interventi finalizzati alla gestione del rischio idrogeologico, all’efficienza energetica, al potenziamento del sistema sanitario. Si tratta di temi che la pandemia da Covid che abbiamo vissuto, la crisi climatica che stiamo vivendo e le conseguenze della guerra, rendono di strettissima attualità. Il presidente ha il dovere di dare risposte a cittadini e imprese: i problemi delle Marche devono avere la precedenza sulle esigenze politiche dei partiti del centrodestra».

 

 

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