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«In queste cose sono molto ebrea»,
bufera per la frase dell’assessora Bertini,
l’opposizione: «È inadeguata si dimetta»

ANCONA - Lo scivolone della delegata alla Cultura, uscito nello spiegare i vantaggi del passare dal 'Kum' a 'Popsophia' è stato oggetto di profonde critiche da parte degli esponenti del centrosinistra locale

Anna Maria Bertini, assessora alla Cultura del Comune di Ancona

 

di Antonio Bomba

Il passaggio da Popsophia al Kum non è stato di certo indolore. Tra tagli agli investimenti, polemiche e quant’altro.

Eppure tutto è improvvisamente passato in secondo piano rispetto a quanto accaduto durante la conferenza stampa di venerdì in cui l’assessora alla cultura Anna Maria Bertini ha illustrato il proprio programma.

Bertini, riferendosi proprio ai vantaggi che si avranno ospitando Popsophia al posto del Kum, non ha mancato di far notare come questo avvenga risparmiando una consistente somma di denaro. Fin qui tutto bene, non fosse che a commento ha aggiunto «In queste cose sono molto ebrea». Una frase fatta, un modo di dire, in voga molti anni fa. Un luogo comune oggi fuori tempo e contesto sotto ogni punto di vista. Uno scivolone di cui la stessa assessora deve subito essersi resa conto, visto che ha immediatamente cercato di correggere il tiro esclamando «Nel senso buono del termine. Sono molto marchigiana. Ho le braccia corte». La frase è stata giudicata da molti esponenti di centrosinistra e dalla stampa nazionale come «spregevole», dai toni «razziali» e «offensiva dell’eterno legame tra la comunità ebraica e la città di Ancona». In fondo lo stesso patrono della città, San Ciriaco, era nato a Gerusalemme.

Federica Fiordelmondo, Pd, ha inviato il comunicato a nome e per conto dell’opposizione

Nel tardo pomeriggio di ieri un comunicato congiunto firmato da tutti i gruppi di opposizione, men che il Misto – Italia Viva, è arrivato a chiedere le dimissioni di Bertini: «Copriremo i costi con parte dei fondi che non andranno più al ‘Kum!’ Ma non tutti: il costo è minore, in queste cose sono molto ebrea. Queste le parole di Anna Maria Bertini, neo-assessore alla cultura della Città di Ancona, indicata da Carlo Ciccioli di Fdi che ha fatto riferimento ad uno spregevole luogo comune durante un’intervista in cui affermava la sua ritrosia a spendere. Un’espressione decisamente inaccettabile e vergognosa, soprattutto da parte di una rappresentante delle Istituzioni che mostra una intollerabile ignoranza della storia, della cultura e del centenario legame culturale che lega la città di Ancona alla comunità ebraica. Di fronte a tanta inadeguatezza, il Sindaco Silvetti farebbe bene a valutare di chiedere le dimissioni alla Bertini».

Ida Simonella, Ancona Futura

Sui rispettivi profili Facebook i commenti di alcuni dei principali esponenti del centrosinistra locale non stati meno teneri: Ida Simonella di Ancona Futura: «L’assessora alla cultura. Messa lì da Ciccioli. La filiera collaudata delle gaffes, di quelle inopportune, pesanti».

Carlo Maria Pesaresi, che della cultura è stato per anni assessore provinciale  e oggi rappresenta Ancona Diamoci del Noi in consiglio comunale aggiunge: «L’avevamo sospettato subito, ormai ne siamo certi: lei, Bertini, è impreparata nel settore culturale, inadatta ad amministrare, inadeguata a rappresentare Ancona. Glielo dico in senso buono, ci mancherebbe».

Francesco Rubini di Altra Idea di Città dichiara invece: «Un’uscita riprovevole, un insulto alla storia e alla memoria. Ritengo che l’assessora sia assolutamente inadatta al ruolo che ricopre».

Occorre infine far notare che al momento della pubblicazione di questo articolo nessuna comunicazione o dichiarazione in merito è arrivata da Bertini.

Il pubblico al Kum

L’occasione torna tuttavia utile per ripercorrere le tappe che hanno portato all’avvicendamento tra Kum e Popsophia. E per fare ciò occorre tornare indietro di circa due settimane rispetto alla conferenza stampa di Anna Maria Bertini di venerdì 4 agosto.

Partiamo dunque dall’inizio. Tutto nasce dalla decisione della Giunta Silvetti di effettuare un forte taglio dei fondi dati fino all’anno scorso per alcuni eventi culturali. La motivazione? «La precedente Amministrazione non aveva accantonato nulla a riguardo, noi non possiamo fare molto di più». Una scelta legittima, sia chiaro. Ma a subire più di tutti questa decisione appaiono sin da subito alcuni eventi che da tradizione si tengono ogni anno alla Mole, In particolare il ‘Kum ‘del direttore scientifico Massimo Recalcati e ‘La mia generazione festival’ di Mauro Ermanno Giovanardi che appaiono subito in bilico.

A molti questo modo di fare era apparso come una precisa volontà di ‘smontare’ l’operato dell’ex assessore alla cultura Paolo Marasca. Anche perché, soprattutto sul Kum, da sempre l’opposizione di centrodestra aveva storto il naso. Qualcun altro invece ha fatto notare come Giovanardi era venuto a dare il proprio endorsement a Ida Simonella ai tempi del ballottaggio e le aveva pure dedicato una canzone. Insomma ripicca su ripicca? L’accusa decade nel momento in cui anche alcune manifestazioni previste alle Muse hanno visto il proprio contributo comunale ridursi del 50%, vedi lo ‘Spilla Festival’.

Il tira e molla va avanti per settimane fino a che, il 2 agosto, Recalcati con una lettera inviata al Sindaco, ma inoltrata per conoscenza a tutte le redazioni locali fa sapere che il Kum non si terrà. «Caro Sindaco – è l’inizio della missiva del filosofo – mi lega alla vostra terra e alla vostra città un grande affetto che risale ai tempi del mio insegnamento all’Università di Urbino e che non ho mai smesso di coltivare. ‘Kum!’ è stato un sogno che si è realizzato grazie alla generosità e all’impegno di tutti coloro che in questi anni vi hanno contribuito. Avrei potuto proporre questo festival a Milano o nelle città dove insegnavo, ma ho preferito scegliere Ancona perché mi è sempre parsa la città più giusta per ospitare in un solo magnifico luogo, la Mole, un festival come questo considerato anche il profondo radicamento del mio nome sul vostro territorio. I risultati mi hanno dato ragione e mai avrei pensato che un cambio di amministrazione avrebbe potuto modificare questa sinergia così positiva che si è determinata tra cultura e città. Mi hanno riferito – prosegue nella sua lettera Recalcati – che il nuovo Assessore ha previsto contributi dimezzati rispetto a tutte le richieste provenienti dal mondo della cultura. In questo modo, il budget a noi destinato sarebbe la metà di quello di cui abbiamo necessità per garantire una edizione di ‘Kum!’ al livello qualitativo di quelle trascorse. Nondimeno, a questo punto sarebbe per noi inopportuno proporre che ‘Kum!’ possa avanzare richieste di un trattamento privilegiato rispetto a quello che si riserva a tutti gli altri soggetti culturali della città. Prendendo atto delle vostre scelte politiche di fondo, quindi, e pur comprendendo i problemi in cui ogni anno versano i bilanci dei Comuni italiani, non posso che ribadire l’impossibilità di realizzare ‘Kum!’ ad Ancona».

Recalcati prosegue: «È un grande dolore personale e, se mi permette, l’esito di una scelta politica miope, considerando il prestigio e l’indotto che negli anni ‘Kum!’ ha reso alla città di Ancona. Per non parlare del suo lavoro capillare nelle scuole e sul territorio per diffondere la laicità della cultura come antidoto preventivo per le nuove generazioni nei confronti della sirena terribile delle cattive pratiche. Dopo la nostra positiva conversazione telefonica, non immaginavo di dovermi congedare in questo modo, avrei preferito proseguire il cammino di ‘Kum!’ alla Mole, per il bene della città e delle Marche, ma ad oggi questo è davvero impossibile. Con i miei migliori pensieri e con la massima solidarietà per il suo importante lavoro di governo della città Suo Massimo Recalcati».

Il festival dovrebbe spostarsi a quanto pare a Pesaro. La notizia è stata accolta con soddisfazione da diversi politici di centrodestra, vedi il capogruppo consigliare di Fratelli d’Italia Jacopo Toccaceli, mentre ha fatto storcere il naso, e anche qualcosa di più, ai gruppi di opposizione, così come all’ex assessore Marasca. Tutti uniti hanno protestato contro questa scelta della nuova Amministrazione che a loro modo di vedere impoverisce la città tutta.

Fabiola Caprari, coordinatrice regionale di Italia Viva

L’unico a non aver preso posizione è stato Massimo Mandarano di Italia Viva. Poco male perché in merito a prendere posizione è stata addirittura la coordinatrice regionale del partito di Matteo Renzi Fabiola Caprari: «La città perde uno dei festival culturali più rilevanti a livello nazionale e Ancona perde quindi una vetrina che le dava lustro. La cultura non solo della città, ma di tutta la regione, si impoverisce in maniera irrimediabile perché Massimo Recalcati con la sua chermes ha deciso con molta sobrietà e signorilità di abbandonare la città accettando la scelta della amministrazione di dimezzare i fondi alla cultura. Il dimezzamento dei fondi per le attività culturali dà la cifra del respiro della politica culturale della destra marchigiana. Azzerati i fondi all’istituto di storia delle Marche e ora dimezzati i fondi per tutte le attività culturali del capoluogo. Iv su questo punto non può che porsi in estremo contrasto rispetto a queste scelte che sviliscono il bagaglio culturale della nostra regione. Auguriamo a Massimo Recalcati di trovare rapidamente una città che lo accolga e valorizzi il suo festival come Ancona ha saputo fare, sperando che al più presto questa ferita si possa ricucire».

Polemiche e incomprensioni tra maggioranza e opposizione che si intensificano quando a capo di una Amministrazione un colore politico prende il posto di quello precedente. Succede sempre così.

 

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