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Delitto Pinciaroli, il legale:
“Andreucci è sotto choc”
Sull’arma ci sarebbero le sue impronte

OMICIDIO A OSIMO - L'avvocato Alessandro Angelozzi oggi ha incontrato il 23enne finito in manette con l'accusa di aver ucciso il veterinario originario del Maceratese. "Non è stato in grado di formulare frasi razionali, lo rivedrò domani". Resta oscuro il movente. Il giovane conosceva la vittima da poche settimane e non emergono screzi o rancori

Valerio Andreucci

di Maria Paola Cancellieri e Gianluca Ginella

«Andreucci è totalmente sotto choc, non è riuscito a formulare un discorso razionale. Credo che ancora non si sia reso conto di quello che è accaduto. È comprensibile, perché dalle 22 alle 6 di questa mattina, quando è stato portato in carcere, è sempre stato sottoposto ad uno stress continuo». Così l’avvocato Alessandro Angelozzi che assiste il 23enne accusato del delitto di Olindo Pinciaroli (leggi l’articolo). Valerio Andreucci si trova in carcere a Montacuto di Ancona dopo il fermo per l’omicidio del veterinario 53enne, originario di Urbisaglia e residente a Montelupone.

L’avvocato Alessandro Angelozzi

IL LEGALE – «Non è che mi ha detto: “sono stato io o non sono stato io” – dice l’avvocato Angelozzi –. Ma non era in condizioni di farlo. Quando gli ho fatto leggere gli articoli su cosa era accaduto è trasalito. Diceva frasi frammentarie, senza senso. Era scioccato, come uno sceso da Marte, per dare l’idea. Così ho preferito dirgli di riflettere, di fare mente locale stanotte, e poi che ci saremmo rivisti domani». Anche le dichiarazioni rese ai carabinieri, quelle in cui parlava di rapinatori che avevano assalito lui e Pinciaroli mentre sull’ambulanza veterinaria viaggiavano lungo la Chiaravallese, a Osimo, «pareva non se le ricordasse» dice il legale. Il 23enne, grande appassionato di cavalli, lavorava come istruttore in un paio di scuderie nell’Anconetano. «Che io sappia non ha precedenti penali» dice il legale. Anche se è stato indagato per un tentativo di furto. «Sì, aveva una denuncia tempo addietro, per una sorta di tentato furto, pare stesse facendo il palo ad un’altra persona che è entrata in un cimitero. È un fatto di 2 anni e mezzo fa. Il processo non si è ancora aperto» spiega il legale. Sconvolti per l’arresto del giovane anche i famigliari: «Ci ha colti tutti di sorpresa. Una cosa atroce, che ha colpito tutti. La famiglia sta passando una giornata abbasta pesante» dice una zia del giovane.
LE INDAGINI – Intanto sul fronte delle indagini continuano gli accertamenti scientifici dei carabinieri. Sul coltello con cui è stato ucciso il veterinario e ritrovato ad un centinaio di metri dal furgone sarebbero stati individuati elementi che hanno permesso al pm Marco Pucilli, incaricato del caso, e al maggiore Americo Di Pirro, comandante del Nucleo operativo di Ancona, di ascrivere precise accuse al 23enne durante l’interrogatorio e di iscriverlo nel registro degli indagati. Sull’arma (si tratterebbe di un coltello da cucina) sarebbero state trovate le impronte digitali del giovane. Il 23enne, messo di fronte a queste evidenze, avrebbe continuato a negare ogni suo coinvolgimento, e sulle impronte avrebbe detto di aver toccato il coltello incautamente, in quegli attimi di concitazione e paura. Se davvero Valerio Andreucci fosse il killer del veterinario, in tutta la vicenda resta oscuro il movente.

Olindo Pinciaroli

Gli inquirenti stanno cercando di mettere a fuoco ogni aspetto della vita di tutti i protagonisti di questa tragedia. Olindo Pinciaroli erano una persona dalla vita cristallina, secondo il racconto di familiari e amici, che non aveva problemi economici (leggi l’articolo). Il 23enne l’aveva conosciuto poche settimane fa, dopo il suo trasferimento nell’Osimano, per iniziare una collaborazione nel nuovo maneggio di via Striscioni (leggi l’articolo). Tra due non esistevano, almeno in apparenza, screzi o antichi rancori. Un dramma vissuto in prima persona anche dalla madre di Valerio Andreucci che per tutta la giornata di ieri è rimasta seduta nella sala d’attesa della caserma di via Saffi, ad Osimo, in attesa di poter parlare con il figlio e che invece alle 3 di notte ha visto precipitare la speranza di poterlo riabbracciare quando le è stato chiesto di nominare un avvocato di fiducia per lui (leggi l’articolo).
Oggi pomeriggio intanto sono proseguiti gli accertamenti tecnici sull’ambulanza veterinaria e i carabinieri attendono di leggere i risultati di altre investigazioni tecnologiche che richiederanno però tempi più lunghi, come ad esempio l’analisi dei tabulati telefonici.

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