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Fantasmi, il flash mob
dei precari della scuola

ANCONA - Presidio stamattina davanti all’Ufficio scolastico regionale di Ancona dei rappresentanti di tutte le sigle sindacali per protestare contro il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni

Il flash mob dei precari della scuola davanti all’Ufficio scolastico regionale di Ancona

Un precario con luca galeazzi delegato dal direttore dell’Usr

 

I ‘fantasmi’ della scuola, i precari in presidio stamattina davanti all’Ufficio scolastico regionale di Ancona. La precarietà del lavoro continua a rappresentare nel mondo della scuola una vera e propria emergenza, alla quale non hanno posto alcun rimedio i ripetuti interventi legislativi in materia di reclutamento di cui si sono fatti promotori maggioranze e governi di differente segno politico negli ultimi vent’anni. Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato non si è affatto ridotto negli ultimi anni è anzi aumentato in maniera esponenziale. Sono più di 2.500 i posti coperti quest’anno da insegnanti supplenti, e la situazione potrebbe farsi ancor più pesante l’anno prossimo, con i pensionamenti in più legati all’applicazione del meccanismo di quota 100. Ma il problema investe in modo rilevante anche l’area del personale ATA, dove peraltro le assunzioni in ruolo sono ogni anno limitate e non coprono neanche il turn over.

“Occorrono soluzioni che consentano da subito la stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area del personale docente che del personale Ata. – evidenziano Leonilde Gargamelli della FLC CGIL, Anna Bartolini della CISL Scuola, Claudia Mazzucchelli della UIL Scuola e Paola Martano dello SNALS Confsal- Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante persone, è la stessa regolarità del servizio che rischia ogni anno di essere compromessa. Chiediamo di: rimuovere le criticità che mettono a rischio il nuovo anno scolastico prevedendo una fase transitoria di immissioni in ruolo per assumere gli abilitati e i docenti di terza fascia con tre anni di servizio, coprire con immissioni in ruolo tutti i posti liberi, compresi quelli resi disponibili da “Quota 100”, ridurre i costi dei percorsi di specializzazione su sostegno e incrementare i posti disponibili, stabilizzare il personale Ata su tutti i posti vacanti e disponibili e contrastare la regionalizzazione del reclutamento del personale”.

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