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Torna il poliziotto di quartiere:
«Uno strumento operativo di contatto
vicino a esercenti e cittadini»

ANCONA - Operativo da questa mattina, il servizio è stato presentato dal questore Cesare Capocasa. Gli agenti saranno presenti inizialmente in Centro per spostarsi poi anche in altri quartieri. «Ci sarà pure un riferimento importate per quanto riguarda gli istituti scolastici perché saremo presenti all’ingresso e all’uscita degli studenti».

I poliziotti di quartiere

Dopo il nuovo servizio della pattuglia di ordine pubblico, attiva da ieri mattina in città e con il compito di presidiare il territorio oltre al controllo già portato avanti dalle Volanti della questura e dai carabinieri; questa mattina il questore Cesare Capocasa ha presentato anche il servizio del poliziotto di prossimità, meglio noto come poliziotto di quartiere, e operativo da questa mattina.
Si tratta di «uno strumento operativo di contatto – ha riassunto il questore –, che ricercherà la vicinanza, la prossimità e l’ascolto con gli esercenti; in particolar modo anche quelli un po’ più a rischio nel contesto cittadino del Centro. E’ un poliziotto – ha sottolineato – che deve avere la capacità di conquistare la fiducia dei cittadini perché conquistandola, il cittadino è più sereno e lavora con maggior tranquillità sotto tutti i profili. Si sente più assistito e sente la vicinanza delle forze di polizia e della Polizia di Stato che sarà qui, continuativamente. Questo progetto – ha specificato – non ha termine».
Si inizia dunque dal Centro e da quelli che sono appunto gli obiettivi più sensibili ma «ci sarà anche un riferimento importate per quanto riguarda gli istituti scolastici – ha aggiunto – perché saremo presenti all’ingresso e all’uscita degli studenti. Tutti i dirigenti e referenti scolastici di ogni istituto – ha detto – avranno il riferimento personale del poliziotto di quartiere per qualsiasi segnalazione che poi verrà sviluppata dagli uffici competenti». I poliziotti si sposteranno anche in altri quartieri a seconda delle esigenze.

I poliziotti di quartiere insieme al questore Cesare Capocasa

Un modello operativo, dunque, che mira ad avvicinare la Polizia di Stato al cittadino per intercettare, attraverso il contatto quotidiano, i bisogni, le aspettative e analizzare le criticità e i motivi di preoccupazione soprattutto in un momento storico «in cui le comunità sono smarrite, impaurite e preoccupate per la grave emergenza sanitaria, economica e sociale in atto».
Il poliziotto di quartiere dovrà saper prevedere e prevenire le difficoltà, conoscere il territorio ed essere conosciuto dai suoi abitanti, rispondendo al meglio alle aspettative dei cittadini. «Tradotto operativamente – è stato sottolineato – significa sostituire una logica di prevenzione ad una logica di reazione; una logica di conoscenza e di presenza attiva ad una logica di intervento; una logica di anticipazione delle aspettative ad una logica di risposta puntuale».
Il poliziotto di prossimità è dotato di un telefono cellulare per rispondere in tempo reale alle richieste dei cittadini e di un computer portatile, che permette di velocizzare le procedure di controllo attraverso la possibilità di effettuare operazioni di interrogazione, in banca dati delle forze di polizia, della Motorizzazione, per ciò che concerne il controllo dei veicoli e delle relative targhe, nonché alla banca dati Ania per la copertura assicurativa dei veicoli.

Redazione CA

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