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Le Marche nel Covid,
il direttore sanitario Asur:
«Col vaccino inizia la fine dell’incubo»

L'INTERVISTA a Remo Appignanesi su profilassi antinfluenzale, organizzazione durante la pandemia e stoccaggio delle prime dosi. «i punti hub di stoccaggio sono oggetto di confronto con il Commissario straordinario e le sedi proposte per la nostra regione sono le strutture Asur di Fossombrone, Jesi, Civitanova, Camerino, Fermo, San Benedetto del Tronto e l’Inrca di Ancona»

Remo Appignanesi

 

di Adriana Malandrino*

Come procede la profilassi antinfluenzale? Come si stanno organizzando le Marche per l’arrivo del vaccino anti Covid-19? Quando usciremo da questa emergenza? Cronache Ancona ha intervistato Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur, con il quale ha fatto un punto della situazione.

Dottor Appignanesi, da inizio marzo in che modo il Covid-19 ha stravolto il vostro lavoro?
«La pandemia ha richiesto una forte lavoro di coordinamento di tutte le strutture sanitarie aziendali grazie al collegamento costante tra Direzione generale e Direzioni di Area vasta. Tutti i dipartimenti di prevenzione hanno sin da subito operato in rete con la supervisione della Direzione tecnica della prevenzione, con i dottori Alberto Tibaldi, Angela Ruschioni, Elena Bartolucci e Daniel Fiacchini, in modo analogo le direzioni dei distretti sanitari e le quelle mediche di presidio, oltre ai dirigenti delle professioni sanitarie, coordinati dalla dottoressa Mara Buccolini. Anche negli ambiti della salute mentale, delle dipendenze patologiche e delle cure tutelari, non dimentichiamolo, c’è stato un grande lavoro di coordinamento. Sono state anche individuate due colleghe della direzione aziendale, le dottoresse Elisa Draghi e Nadia Mosca, proprio per l’uso dei posti letto regionali nei percorsi di ricovero per acuti e post acuti. Naturalmente il tutto ha richiesto un lavoro costante, ma la sanità è una realtà che opera normalmente 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno».

Com’è oggi la situazione degli ospedali e nei reparti Covid nella nostra regione?                                «L’intero sistema ha costantemente lavorato per prepararsi alla seconda ondata che sarebbe arrivata e questo lavoro preparatorio ha permesso di avere una strutturata risposta territoriale e una pianificata attivazione di posti letto ospedalieri. Inoltre in questa fase  non ci sono state criticità nella disponibilità dei dispositivi di protezione grazie alla preparazione di scorte, sia sul versante regionale con la Protezione Civile, che per questo aspetto fa riferimento al dottor Massimo di Muzio, direttore della farmacia dell’INRCA di Ancona, sia nelle nostre scorte, monitorate dalla rete dei Servizi prevenzione e protezione, acquisite dall’Area logistica aziendale, diretta dal dottor Matteo Biraschi, grazie all’accesso alle gare predispose dalla SUAM regionale».

 

L’ingresso del pronto soccorso di Torrette

Al momento c’è carenza di personale negli ospedali?
«La difficoltà nasce dal tentativo quotidiano di preservare al massimo l’attività ordinaria. Grazie alla risposta strutturata del territorio, per il lavoro della medicina generale dei distretti e di tutto il mondo che opera nell’ambito dell’assistenza, si è contenuta la richiesta di posti letto ospedalieri così le strutture possano continuare a curare gli assistiti con altre patologie».

Com’è al momento la situazione riguardo la profilassi per l’influenza?
«Come evidenzia l’analisi pubblicata dal GIMBE, la Regione Marche è tra le regioni che hanno assicurato un approvvigionamento straordinario in grado di coprire oltre il 75% del fabbisogno, questo nella forte difficoltà di reperire il vaccino per l’incremento di richieste a livello mondiale Il Ministero ci ha proposto anche una fornitura di vaccino utile nella fascia di età giovanile e somministrato pediatrico antinfluenzale (spray nasale) e siamo in attesa della consegna».

Siamo anche vicini al picco dell’influenza. Ci sono delle strategie da mettere in campo per migliorare il servizio di profilassi?
«Le regole di comportamento che proteggono dal Covid-19 proteggono anche dall’influenza, è quindi probabile un impatto positivo di queste regole anche rispetto alla circolazione dei virus influenzali. Naturalmente queste regole devono essere seguite con costanza: igiene delle mani frequente, evitare di toccare occhi e bocca con le mani, tossire e starnutire in modo protetto e l’immancabile mascherina indossata correttamente coprendo naso e bocca ed evitando di toccarla con le mani, oltre a porre attenzione ai sintomi per avviare subito l’isolamento e contattare il proprio medico».

 

Il Covid Center di Civitanova

 

Si è parlato molto dell’utilità del vaccino anti-pneumococco per contrastare il diffondersi del Covid-19: esiste una correlazione? Il vaccino a oggi è disponibile nel territorio che lei coordina?
«Sì, il vaccino è disponibile e sono in corso ordini per ulteriori dosi. Il problema è che il Covid colpisce in modo più forte la popolazione fragile e quindi le vaccinazioni, prevenendo altre malattie infettive, riducono la probabilità di avere una doppia infezione che aggraverebbe la condizioni cliniche del paziente. Con la recente determina n. 645 del 19/11 abbiamo  esercitato l’opzione di rinnovo annuale per il vaccino contro lo pneumococco».

A che punto siamo con le liste di attesa per gli screening e per le prestazioni che i cittadini richiedono al servizio sanitario?
«La vera sfida in questa fase della pandemia è rappresentata dalla necessità di governare un fenomeno di dimensioni nettamente superiori per il coinvolgimento di tutto il territorio regionale preservando i percorsi ordinari, per evitare danni alla salute legati al blocco delle attività non interessate alla gestione dei pazienti Covid. Purtroppo le regole di distanziamento hanno determinato comunque, per la sicurezza di utenti e operatori, una riduzione di offerta, che ha avuto un impatto più forte in ragione dell’aumento dell’offerta ambulatoriale attuato negli anni precedenti nell’ambito del piano di riduzione delle liste di attesa. Segnalo però che sebbene ci siano state riduzioni di attività non si è proceduto ad alcuna sospensione generalizzata delle attività».

Cosa ci dice delle unità Usca? 
«Le Usca sono coordinate da medici di medicina generale poiché sono strutture finalizzate a rafforzare la medicina generale nella gestione di questa fase straordinaria riducendo la minimo l’impatto sui percorsi assistenziali ordinari. I Direttori dei Distretti e i Direttori amministrativi territoriali hanno attivato le Usca richieste rispetto allo standard i 1 ogni 50.000 abitanti, con altre integrative per il supporto delle strutture residenziali con casi Covid: in tutto sono attive 33 Usca formate o da due medici o da un medico e un infermiere».

 

Tamponi drive through ad Ancona

Che ne pensa dell’idea di alcuni di farsi il tampone prima di partecipare alla cena della vigilia o al pranzo di Natale?
«È bene sapere che il tampone è un’istantanea, fotografa la situazione in quell’esatto momento e non offre la certezza su ciò che avviene dopo esserselo fatto, anzi può indurre a un cambio di comportamenti, un alleggerimento delle precauzioni adottate che può, al contrario, portare le persone a infettarsi. La diagnostica con esito negativo a volte ci porta ad abbassare le difese, forti di una falsa sicurezza, sottovalutiamo i sintomi e ci lasciamo andare a comportamenti non corretti».

Cosa l’ha colpita di più, umanamente, nella gestione di questa emergenza?
«Tante storie, troppe. La dedizione dimostrata da parte di tutti gli operatori dell’azienda, ciascuno per la propria parte, è stata straordinaria. Ogni esempio rischierebbe di fare torto alle numerosissime dimostrazioni di eroismo, niente di meno, che eroismo. L’esperienza di questa terribile tragedia ha evidenziato quanto sia capace di sinergie e integrazioni il sistema complessivo di questa regione: le quattro aziende sanitarie che hanno operato come fossero una sola, la rete socio-sanitaria costantemente in rete con la rete sanitaria, la protezione civile e il Gores che hanno rappresentato il momento di verifica e coordinamento del sistema nel rapporto con il coordinamento nazionale e naturalmente a sintesi di tutto la Regione Marche, nella costante interazione tra guida politica e direzione tecnica dei diversi servizi, in primis il Servizio sanità».

Come vi state organizzando per il vaccino in arrivo nel 2021?
«Nel 2021 saranno disponibili molti diversi vaccini, oltre 160 e l’Unione europea ha provveduto a un approvvigionamento consistente- che i singoli Paesi non avrebbero potuto ottenere per tutti- oltre alla registrazione di terapie efficaci. In questa fase il lavoro è principalmente concentrato sull’aspetto strutturale per la predisposizione delle sedi di stoccaggio in sicurezza del vaccino. In queste ultime settimane l’ingegneria clinica diretta dall’ing. Antonella Pianosi, che coordina anche i servizi tecnici delle aree vaste, ha lavorato in stretto raccordo con la Regione per preparare le strutture di deposito del vaccino: i punti hub di stoccaggio sono oggetto di confronto con il Commissario straordinario e le sedi proposte per la nostra regione sono le strutture Asur di Fossombrone, Jesi, Civitanova, Camerino, Fermo, San Benedetto del Tronto e l’Inrca di Ancona. Siamo all’inizio della fine di questo incubo».

A quali categorie, secondo lei, dovrebbe essere riservato il vaccino appena pronto?
«La presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero della salute, l’Istituto superiore di sanità, l’Agenas e l’Aifa hanno predisposto un documento  e attivato un confronto con il Comitato nazionale di Bioetica per definire le priorità nell’uso del vaccino. Un documento preliminare è già stato pubblicato e naturalmente la questione sarà oggetto di una valutazione attenta tra la necessità di garantire la funzionalità dei servizi pubblici essenziali, a partire dalla sanità, e l’urgenza di proteggere le persone più fragili».

Quando pensa che usciremo davvero da questa situazione di emergenza?
«Nel mio computer ho naturalmente la director covid, che raccoglie tutto il materiale e la documentazione relativa alle diverse attività in corso, ma alla chiamata della Regione per discutere dell’avvio del vaccino ho creato la cartella fase fine…».

La giornalista Adriana Malandrino, che collabora con CronacheAncona, ha ottenuto un sostegno dall’European Journalism COVID-19 Support Fund (www.europeanjournalism.fund) per sostenere un’informazione corretta, verificata e aggiornata durante la crisi dovuta al Covid-19.

 

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