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Fabriano al M5S, psicodramma Pd
Comi: “Niente congresso anticipato”

ELEZIONI – La sconfitta segna la fine di un’era. Il segretario regionale frena: “Nessuna caccia alle streghe, i congressi nei territorio si faranno a scadenza”. La senatrice Camilla Fabbri: "Il partito faccia una seria riflessione e la dirigenza si assuma le responsabilità"

Francesco Comi

 

Il territorio simbolo del modello di sviluppo “senza fratture” marchigiano in mano al M5S. E’ una sconfitta più che bruciante, è storica. Perché segna la fine di un’era. Quella del dominio politico-economico del centrosinistra, trainato dalla manifattura del “bianco”. L’ondata di licenziamenti ed esuberi nel distretto dell’elettrodomestico, il tentativo maldestro di giocare la carta della discontinuità con il passato, sostituendo Sagramola con il suo assessore Balducci, la saldatura dei voti dell’opposizione con quelli del M5S, ecco la ricetta per la tempesta perfetta. Il segretario regionale Pd Francesco Comi, alle prese anche con la batosta di Civitanova, gioca d’anticipo sulle contestazioni e scongiura ogni ipotesi di congresso anticipato nelle Marche. “Inutile tergiversare. Il PD non è andato bene. Meglio al primo turno, dove abbiamo confermato le città in cui governavamo, male ai ballottaggi dove la nostra proposta è rimasta isolata – commenta Comi -. Il paese va a destra, prevalgono sentimenti negativi come razzismo, intolleranza, egoismo. Questo mi fa più paura dei presunti nostri fallimenti. Basta personalizzare, basta liti, scambi di reciproche accuse e recriminazioni, caccia alle streghe. Le divisioni si pagano. Renzi ha appena vinto il congresso ed è il nostro segretario, i congressi nei territori si faranno a scadenza. Ora occorre impegnarci in un seria e non strumentale analisi sulle cause di questi risultati, promuovere un serio confronto, ritrovare il senso di appartenenza comune, rafforzare insieme una proposta politica che faccia riemergere il Pd come la vera forza del cambiamento”. Dura l’analisi della senatrice Pd Camilla Fabbri. “Anche questa volta temo non ci sarà alcuna analisi del voto, il cui esito sarà liquidato in modo grossolano.  È un grande limite per il Pd perché una classe dirigente seria deve assumersi le responsabilità. Anche e soprattutto di fronte ad una sconfitta” commenta la senatrice Fabbri, puntando soprattutto sul dato dell’astensione. “Non voglio riaprire la battaglia congressuale, ma voglio che il partito faccia una riflessione su questo dato, sollevato anche durante il congresso” spiega Fabbri. Il secondo punto da analizzare, secondo la senatrice dem, è la sconfitta: “Abbiamo perso le città capoluogo, in alcuni casi simbolo, oppure abbiamo vinto, magari al primo turno, solo laddove il Pd non era visibile, era dentro progetti civici: penso a Palermo”. Per questo Fabbri chiede “riposizioniamoci in quello che è il nostro campo: il centrosinistra largo, aperto, civico. Il Pd è isolato politicamente e socialmente. Abbiamo rianimato un centrodestra a trazione leghista che era stremato. Questo rende indispensabile una proposta di centrosinistra veramente alternativa alla destra”. Il deputato Emanuele Lodolini sottolinea il risultato di Fabriano. “Non è andata bene. Inutile girarci intorno. Il risultato del secondo turno punisce il Pd e il centrosinistra. Male nelle Marche. La sconfitta di Fabriano è pesante per ciò che Fabriano rappresenta in regione e in Italia”. Il candidato sindaco Giovanni Balducci commenta il voto di Fabriano come una “voglia totale di cambiamento, e la volontà popolare va sempre rispettata: in bocca al lupo al nuovo che avanza, sperando la sorpresa sia positiva per una città che ha tanti problemi da affrontare”. Il sindaco uscente Giancarlo Sagramola affida a Facebook il suo saluto ai cittadini. “Cinque anni per la mia comunità affrontati giorno dopo giorno con grande passione e tanti sacrifici per superare le difficoltà economiche e sociali che si sono verificate. Ho fatto tutto il possibile e credo qualcosa di più insieme alla Giunta, al Consiglio ed ai dipendenti. Voglio bene alla mia Fabriano e le auguro di ritrovare la voglia di crescere e sostenere lo sviluppo dell’entroterra delle Marche. Io ci sarò” conclude Sagramola.

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