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Biglietti del bus stampati e rivenduti:
dieci indagati per truffa

ANCONA - Nell'inchiesta aperta dalla procura dopo la segnalazione di Conerobus circa operazioni sospette con i ticket ci sarebbero dipendenti dell'azienda di trasporto e tabaccai

foto d’archivio

 

Dieci persone indagate per truffa, per una vicenda che riguarderebbe alcuni biglietti del bus risultati essere apparentemente dei ‘duplicati’ di altri regolarmente in circolazione e poi rivenduti senza autorizzazione.  Sono i contorni dell’inchiesta fatta partire a seguito di una denuncia sporta da Conerobus, dopo la segnalazione fatta all’azienda da parte di un passeggero che aveva notato un biglietto che presentava delle anomalie. Nel registro degli indagati in mano alla procura ci sarebbero sia tabaccai che personale della Conerobus.

Proprio la Conerobus fa sapere che aveva «avviato un’ispezione interna – dice l’azienda – riscontrando alcune anomalie collegate a possibili operazioni sospette. La società di trasporto pubblico esprime grande amarezza, precisando come presunti comportamenti scorretti tenuti da pochi, gettino discredito sull’onorabilità della compagine e si ripercuotano sul virtuoso lavoro dell’intero team aziendale».
Conerobus ricorda inoltre «la grande attenzione da sempre posta alle esigenze di mobilità dei cittadini, con l’obiettivo – aggiunge – di garantire un servizio sempre più efficiente e di qualità: un lavoro svolto grazie al prezioso contributo del personale che, con dedizione e spirito di squadra, ha dato prova di saper fronteggiare situazioni anche complesse, come quelle vissute negli ultimi due anni a causa pandemia. Nel procedimento – conclude -, la società è parte lesa e, non appena esaminate le carte dell’inchiesta, deciderà come muoversi nei confronti dei dipendenti raggiunti da avviso di garanzia. Conerobus seguirà tutte le fasi della vicenda in modo che venga fatta piena luce».
I fatti risalirebbero allo scorso autunno e sulla vicenda indagano gli uomini della Squadra Mobile della questura dorica.
Il valore dei biglietti messi in circolazione, si aggirerebbe intorno a poche centinaia di euro. Stando all’accusa i ticket sarebbero stati stampati (alcuni con la stessa matrice di altri) senza avvisare formalmente l’azienda e poi rivenduti. Il giro d’affari sarebbe minimo.

(Redazione CA)

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