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Il settore edile lancia l’allarme:
«Stop al superbonus e restrizioni bancarie,
impossibile confermare i risultati positivi»

L'INTERVENTO del presidente di Ance Marche, Stefano Violoni, sui risultati dell'indagine semestrale condotta dal Centro studi di Confindustria Marche: «Sono preoccupato guardando al 2024»

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Stefano Violoni, presidente Ance Marche

«Sono preoccupato perché il contraccolpo per lo stop al superbonus sarà importante e vedo anche che sono tornate le restrizioni bancarie: guardando al 2024, non credo che sarà possibile confermare i risultati positivi che hanno caratterizzato la seconda metà dell’anno scorso, anche a causa delle modifiche nei provvedimenti legislativi riguardanti il comparto abitativo e dell’evoluzione del Pnrr». Così il presidente di Ance Marche, Stefano Violoni, commentando i risultati dell’indagine semestrale condotta dal Centro studi di Confindustria Marche in collaborazione con Ance Marche e con Intesa Sanpaolo su un campione di aziende edili associate.

«Nel semestre luglio-dicembre 2023 – spiega Ance – la produzione è risultata in aumento del 7,3% in termini reali rispetto al secondo semestre 2022. Scende al 32% (35% nella precedente rilevazione) la quota di operatori che prevede aumenti dell’attività produttiva nei prossimi semestri, mentre sale al 18% (contro 15% della precedente rilevazione) la quota di operatori che prevedono attività in calo. Tutti i principali comparti hanno registrato incrementi, seppure di diversa intensità. Riguardo all’edilizia abitativa, la crescita ha toccato il 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e ha interessato tutti i principali comparti, con un aumento della componente pubblica (5,4%) e un aumento più evidente della componente privata (7,3%), che interessa sia la componente in conto proprio (12,1%), sia quella in conto terzi (10,0%), sia, infine, quella convenzionata (1,4%). L’edilizia non abitativa (i fabbricati non residenziali) è cresciuta del 2,6%, dato che riflette le incertezze sulle prospettive di medio termine che interessano molti settori dell’industria regionale. In aumento del 15,4% i lavori pubblici: in linea con il dato quantitativo, le indicazioni delle imprese confermano il permanere di un buon clima congiunturale anche nel corso del semestre luglio-dicembre 2023, seppure in presenza di forti condizionamenti legati a specifici provvedimenti nazionali».

«Nel secondo semestre 2023 – continua sempre Ance – i livelli occupazionali sono complessivamente aumentati del 3,7%. Secondo le stime di Confindustria Marche, l’occupazione è aumentata del 5,1% per gli operai e del 2,0% per gli impiegati. Alla dinamica osservata nel mercato del lavoro è corrisposta una crescita del monte ore lavorate rispetto al secondo semestre 2022 (2,6%). Nello stesso periodo, le ore di cassa integrazione autorizzate sono risultate 141mila, contro le 342mila del primo semestre 2023; gli interventi complessivi, in flessione del 3% rispetto al secondo semestre del 2022, sono risultati concentrati per intero nella componente ordinaria. Sul versante del lavoro, scende la quota di imprese con difficoltà nel reperimento di manodopera (82,2% delle aziende intervistate contro 84,6% della precedente rilevazione), mentre sale al 16,8% (15,4% nel precedente semestre) la quota di imprese che ha registrato condizioni normali. Sul fronte del credito, sale ancora la quota di intervistati per i quali l’accesso al credito è risultato difficile (43,5% contro 41,0% del primo trimestre 2023). Sale anche, dal 62,3% al 69,9%, la quota di operatori che ritiene elevato il costo del denaro. L’indagine evidenzia, infine – conclude Ance – il permanere di un livello ancora elevato dei ritardi nei tempi medi di pagamento (94 giorni), seppure inferiore di quello rilevato nella precedente rilevazione (97 giorni). Elevati e in crescita i tempi di rilascio dei permessi di costruire (156 giorni contro 140 della rilevazione del primo semestre 2023)».

 

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