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Ristorante al faro,
Rubini (Sel) e Tombolini (60100):
«Rimanga spazio pubblico»

ANCONA – Depositata la proposta di delibera dei consiglieri di opposizione per bloccare la concessione della lanterna storica. I consiglieri accusano: “Progetto insostenibile, investimento da 1,5 milioni per 61 metri quadri di locali. Il Comune ha speso 400mila euro in eventi e feste, ma non ha trovato i soldi per la manutenzione ordinaria del faro che evitasse l'abbandono”

 

No al ristorante al faro del Cardeto, i consiglieri comunali Sel Francesco Rubini e della civica 60100 Stefano Tombolini presentano la proposta di delibera per togliere la lanterna dalla disponibilità dei privati. I due consiglieri di opposizione hanno depositato oggi la proposta di variante al Prg che consente esclusivamente gli usi pubblici: strutture civili o religiose, ad uso sociale, educativo, ricreativo, verde pubblico attrezzato e per lo sport. Una variante che di fatto bloccherebbe l’iter di concessione della lanterna, messo in atto dall’Agenzia del Demanio. Solo una proposta è arrivata al bando di concorso promosso dal Demanio e ora è in fase di valutazione per l’aggiudicazione. E’ la richiesta di concessione trentennale, da parte dello studio di ingegneria ArtIngegneria in provincia di Novara, che propone il recupero del faro come ristorante “esclusivo”, con chef stellato e cucina a vista: 4 tavoli all’interno, 20 tavoli all’aperto d’estate, con la casa del custode trasformata in bar. Ambientalisti, civici e consiglieri di opposizione temono la privatizzazione del faro, nonostante il bando di concessione dell’Agenzia del Demanio imponga il restauro conservativo e l’apertura al pubblico dell’immobile. “La nostra proposta di variante è una extrema ratio per bloccare le velleità di questo progetto: quale sarebbe la sostenibilità economica? Il privato dovrebbe investire 1,5 milioni di euro per un locale di 61 metri quadri. Un’idea surreale per un bene che ha 150 anni di storia” commenta Francesco Rubini. Non solo faro, i consiglieri vanno all’attacco di tutta la politica della giunta Mancinelli sul parco del Cardeto. “L’amministrazione si è liberata di ogni decisione e progetto sul parco: al faro il ristorante del Demanio, all’ex caserma Stamura l’albergo voluto dal fondo Invimit di Cassa Depositi Prestiti, all’ex deposito derrate lo studentato dell’Università, mentre la Polveriera è chiusa da due anni” elenca Rubini. Infine, il nodo risorse. Senza l’investimento dei privati, dove trovare i soldi per rimettere in sesto il faro? “Questa giunta ha speso 400mila euro in feste ed eventi, tra i festival di questa estate, il Natale e chissà quanto costerà la festa di San Valentino. E’ il segno che i soldi si trovano, se c’è la volontà politica di decidere come spenderli. Sarebbe bastata una manutenzione ordinaria del faro in tutti questi anni per evitare lo stato di abbandono in cui si trova ora” conclude Rubini

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