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Paga il Comune, ma il ticket va al privato:
parte l’esposto all’Anticorruzione
sulle mostre alla Mole

ANCONA – Tombolini (60100) e Gambacorta (M5S) segnalano il caso a Procura, Gdf e Anac: in due anni, il Comune ha concesso fondi e beni per un valore di 280mila euro alla Civita Mostre Srl per Caravaggio, Cartier-Bresson e Salgado. Ma c'è lo “sconto”, perché Ancona ha prestato il suo Tiziano a Milano. “E' elusione dell'Iva” critica la commercialista. “Attività privata con soldi pubblici, senza rischio di impresa” rincara l'ingegnere

Maria Ausilia Gambacorta e Stefano Tombolini

 

Affidamenti diretti, senza appalto, senza controllo dei costi, con finanziamenti concessi come contributi. Così in due anni il Comune ha concesso circa 283mila euro, tra fondi diretti e beni, alla Civita Mostre Srl per riempire di contenuti gli spazi espositivi culturali: Pinacoteca e Mole. Prima con l’esposizione del “Ragazzo morso dal ramarro” del Caravaggio, poi con le mostre dei maestri della fotografia Cartier-Bresson (inaugurata in questi giorni) e il prossimo appuntamento di fine anno con Salgado, sempre alla Mole. Mostre organizzate anche grazie al contributo pubblico, ma il ticket lo incassa il privato, almeno fino alla copertura delle spese, poi solo una percentuale del biglietto torna nelle casse comunali. Con il Caravaggio, ad esempio, al Comune non è andato nulla, perché i 14mila visitatori paganti sono serviti giusto per ripagare i costi dell’organizzatore. Un sistema che secondo i consiglieri di opposizione Stefano Tombolini (60100) e Maria Ausilia Gambacorta (M5S) può configurarsi come reato. “Il Comune non ha acquistato un servizio o un bene a titolo oneroso, ma ha finanziato tramite contributi l’attività commerciale di un privato. Per un service va emessa fattura, qui non c’è: questa è elusione dell’Iva” dichiara Gambacorta. “Significa fare attività privata con soldi pubblici, senza rischio di impresa” rincara Tombolini. “E poi, non dovrebbe essere l’assessorato alla Cultura ad occuparsi delle attività, invece di demandare e accettare le proposte che arrivano dai privati?” si chiede ancora Gambacorta. Tanti dubbi che alla fine hanno riempito 8 pagine di esposto, inviati a Procura della Repubblica di Ancona, sezione enti locali della Guardia di finanza e Autorità nazionale anticorruzione. Sulla mostra del Caravaggio, Tombolini aveva già segnalato i suoi interrogativi alla Corte dei Conti, e la magistratura avrebbe chiesto agli uffici tutta la documentazione relativa. In tutto, si parla di fondi e beni per un valore di 283mila euro in due anni: 155mila euro per l’esposizoine del Caravaggio dal 30 settembre 2016 all’8 gennaio 2017, altri 128mila euro per le due mostre di fotografia.

Il presidente di Civita Mostre Alberto Rossetti e l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona, Paolo Marasca

Di questi, 28mila euro sono il valore dei locali della Mole, che il Comune concede a titolo gratuito. Il conto sarebbe stato anche più alto, se non fosse che Civita Mostre ha accordato uno “sconto” di 20mila euro, come rimborso per l’esposizione a Milano a Palazzo Marino della Pala Gozzi del Tiziano dalla Pinacoteca Podesti. Costi che sarebbero altrimenti insostenibili per la società organizzatrice, che dichiara un bilancio preventivo solo per le mostre Cartier-Bresson e Salgado di 486mila euro da sopportare, di cui 110mila euro di curatela (l’aggio che dovrebbe sostenere il privato per il prestito delle opere), 22mila euro di trasporti, 2mila euro di assicurazione, 62mila euro di allestimento, 90mila euro di comunicazione, 160mila euro di prestazioni dirette e infine spese generali non documentabili per altri 40mila euro. Peccato, sostengono i consiglieri, che poi i bilanci consuntivi mostrino tutt’altre cifre. Come ad esempio i 20mila euro previsti per il trasporto del Caravaggio, sono diventati poi 8mila euro a consuntivo. Oppure i 3.300 euro di costo imputabili per la sola apertura della mostra del Caravaggio, e altrettanti per la chiusura, ma le spese non sono documentabili. Il Comune invece cosa guadagna, oltre al prestigio delle mostre e la possibilità di richiamare visitatori? Una frazione del biglietto di ingresso, ma solo dopo la copertura dei costi sostenuti dai privati. Con il Caravaggio, non è entrato nulla: il ticket dei 14mila visitatori avrebbero appena ripagato i privati. Per le due mostre di fotografia, il “break even point”, il punto oltre il quale il Comune potrebbe guadagnarci, è fissato a 25mila ingressi.

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