Travolto e ucciso in sella alla sua bicicletta, Loreto a lutto per la tragedia di Federico Dottori. Il dramma è avvenuto alle 5,30 a Porto Recanati, nella zona di Scossici. Federico probabilmente era appena uscito dalla discoteca e stava tornando a casa, nella zona di Loreto stazione, a nemmeno un chilometro di distanza. Gli amici lo hanno visto salire in sella della sua bicicletta, come faceva spesso per coprire quelle brevi distanze, proprio per evitare di mettersi al volante con addosso la stanchezza della serata. E’ stato all’altezza del civico 38 di via Scossicci che Federico è stato tamponato e travolto da una Skoda condotta da un 22enne, anche lui di Loreto. Federico è morto sul colpo, mentre il giovane automobilista è indagato per omicidio stradale. Un dramma che colpisce l’intera cittadina di Loreto. Per il sindaco Paolo Nicoletti non ci sono parole per esprimere il dolore della città, in attesa ora che la salma di Federico venga liberata dalla magistratura per poter porgere l’ultimo saluto al ragazzo. «Siamo sbigottiti per questo dramma, per questa giovane vita stroncata. Questo per noi è il momento del silenzio e della preghiera» dichiara Nicoletti. Federico negli ultimi due anni aveva portato avanti la ditta di autotrasporti della famiglia, una famiglia già colpita dalla disgrazia della perdita prematura del padre a causa di un malore. Gli amici lo ricordano con tre grandi passioni: il calcio, la moto e la pesca. Aveva giocato fin da piccolo con il Loreto Calcio, seguendo tutta la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra, poi aveva dovuto mollare per motivi di lavoro, ma non ha smesso di seguire e tifare la sua squadra del cuore, il Milan.
«Un ragazzo generoso sul campo da calcio, dal carattere forte, diceva sempre quel che pensava» ricorda il dirigente del Loreto Calcio Giovanni Pespani, che lo ha visto tirare i primi calci al pallone già da giovanissimo. Quando poteva, amava andare a rilassarsi in riva a un lago o un fiume, con la canna da pesca e la sua barchetta. Inoltre era anche un volontario della Protezione civile. Lascia la madre e un fratello più grande. Chi lo conosce, lo descrive come «ragazzo d’oro, rispettoso, bravissimo». Una vita spezzata troppo presto.
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