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Fabriano si candida ad ospitare
il nuovo biodigestore

RIFIUTI - Il sindaco Gabriele Santarelli affida ad un lungo videomessaggio la proposta che formalizzareà all'Ata 2 di realizzare sul territorio comunale un impianto più piccolo per lo smaltimento della frazione organica a servizio di tutta la provincia sfruttando anche la tecnologia e le potenzialità delle compostiere di comunità. «E’ una partita importante e noi vogliamo avere le carte in mano con questo progetto» spiega intenzionato a spezzare l'asse costituito da Ancona e Osimo dopo il ritiro del progetto di Jesi

Il sindaco Gabriele Santarelli in un fotogramma del video pubblicato oggi pomeriggio sulla sua pagina Fb

 

 

Fabriano si candida ad ospitare il nuovo biodigestore per lo smaltimento della frazione dell’organico a servizio dei Comuni di tutta la provincia di Ancona. In un lungo e argomentato video, pubblicato sui social media, oggi pomeriggio il sindaco Gabriele Santarelli ha spiegato le ragioni della proposta che formalizzareà in seno all’Ata 2 dopo il passo indietro sul progetto mosso dal Comune di Jesi. «Il nostro Comune si è candidato perché vuole avere il pallino in mano. Non a caso l’altro Comune che si è fatto avanti dopo che Jesi ha ritirato il suo progetto, è Ancona» ha spiegato il sindaco di Fabriano raccontando che «fino a poco tempo fa Senigallia, Ancona e Osimo creavano un asse forte all’interno dell’Ata 2,  l’altro fronte era invece  costituito oltre che da Fabriano, da Falconara, Jesi e altri comuni della Vallesina e questo accadeva fino alle ultime elezioni comunali. Molto incideva la filiera politica del Pd. Ora voglio che Fabriano possa avere voce in capitolo e che gli altri Comuni che appoggiano le argomentazioni mie e del collega Bacci di Jesi, possano contare in questa decisione. La partita sulla taglia dell’impianto di smaltimento della frazione organica è ancora aperta. Anche se il sindaco Bacci l’ha già detto: pare che non si abbia voglia di  fare questo impianto perché c’è già quello privato di Astea (leggi Osimo). Sono argomenti complicati e ci sono anche dinamiche politiche non facili da spiegare».

Facendo un passo indietro di 2 anni, Santarelli ha riepilogato la vicenda del gestore unico dei rifiuti, terreno di scontri animati tra i Comuni nell’assemblea Ata2 oltre che di contenziosi al Tar e in Consiglio di Stato. «Di gestore unico si parla dal 2012. – ha rammentato il sindaco del M5S- Ora nell’Ata l’idea dei Comuni che hanno maggioranza è quella di dare il servizio alla ‘Viva Servizi’ che gestisce già acqua e distribuzione del gas. In questi ultimi 3 anni è stato portato avanti anche il dibattito per individuare il sito del nuovo impianto per la frazione organica  ma si è fatto di tutto per ostacolare l’unica soluzione valida, quella individuata dal Comune di Jesi nella media Vallesina, area baricentrica visto che il futuro impianto dovrà servire tutta la provincia di Ancona. Un progetto che era funzionale anche all’abbattimento dei costi di trasporto dei rifiuti». Il sindaco di Fabriano ha sottolineato come Jesi avesse «avviato un iter virtuoso per il progetto nel confronto con i cittadini, con le opposizioni, visitando gli impianti già esistenti in Italia. Poi però ha deciso di ritirarlo considerata la situazione. In provincia è in fase di costruzione l’impianto Astea a Casine di Ostra che assorbirà circa 45 tonnellate di umido all’anno da cucine e mense e 23 tonnellate di sfalci, ma non è sufficiente a raccogliere tutto l’organico della provincia che ha un fabbisogno di 71mila tonnellate. Il nuovo impianto unico produrrà anche biometano e e costerà 30 milioni di euro di investimento con possibilità di incentivi statali».

Di qui l’idea di ridurre la portata del impianto da realizzare facendo leva sul progetto collaterale delle compostiere di comunità «la cui sperimentazione è stata autorizzata dal gennaio 2020 dalla regione Marche con aiuti finanziari ai Comuni. Una tecnologia che produce compost di qualità migliore perchè la selezione è fatta nella misura giusta. Il territorio fabrianese è particolare – ha rimarcato Santarelli – e a mio giudizio non è possibile avere solo un tipo di raccolta su tutto il territorio provinciale. Faccio un esempipo pratico: se Falconara ha un territorio di 25 km/q e una alta densità abitativa di 100 abitanti a km/q., Fabriano ha 270 Km/q di territorio ma per geografia orografica una bassa densità di abitanti pari a 113 per km/q. Adottare il metodo delle compostiere di comunità potrebbe voler dire realizzare una taglia inferiore di impianto di smaltimento dell’organico a servizio di tutta la Provincia. Credo insomma che si possa ragionare su sistemi alternativi. A settembre 2019 avevo già chiesto all’Ata quanta produzione di umido arrivava dalla mense in modo tale da trattare questo rifiuto con le compostiere che potrebbero gestire anche i consorzi agrari». In questa fase l’Ata2 non ha ancora deciso dove posizionare il nuovo impianto, il dibattito è aperto ma i Comuni della provincia propendono per una sua gestione totalmente pubblica.«Bisogna però ancora fare il progetto e poi mandarlo a gara. – fa osservare il sindaco Santarelli – E ci vorranno 3-4 anni per concludere l’iter, nel frattempo la tecnologia avanza e noi saremo costretti a rivolgerci al privato, all’impianto di Casine di Ostra. Perchè abbiamo comunque bisogno di un impianto, le compostiere non bastano e ce  n’è già uno in costruzione. Oggi Fabriano spende 130 euro a tonnellata per smaltire l’umido che invia in Emilia Romagna, mentre abbattendo i costi di trasporto potremmo pagarne 95 con beneficio diretto sulla tariffa Tari pagata dall’utenza. Ricordo che la frazione organica rappresenta il 35% dei rifiuti di un Comune e che i costi dello smaltimento stanno aumentando dappertutto. Anche se Fabriano è un Comune virtuoso nella raccolta dei rifiuti, proprio per questo aumento dei costi non riesce ad abbattere la Tari».

La candidatura fabrianese alla realizzazione del nuovo impianto, secondo il sindaco «non compromette nulla. Abbiamo perso 2 anni all’Ata per seguire un iter che avevamo stigmatizzato già nel 2017, c’è stato ricorso al Tar che l’Ata ha perso, il Consiglio di Stato ha dato parzialmente torto all’Ata, abbiamo speso soldi per gli avvocati. – ribadisce Santarelli nel suo intervento video- Fabriano rappresenta un settimo del territorio provinciale e vogliamo contare di più». L’ultima rassicurazione, però, la rivolge ai concittadini fabrianesi. «Non vogliamo ospitare sul nostro territorio fonti di inquinamento, questi impianti non hanno emissioni odorigene, non emettono odori. – garantisce il primo cittadino  – Comunque ne parleremo più approfonditamente in consiglio comunale. E’ una partita importante e noi vogliamo avere le carte in mano». Tra le ipotesi al vaglio c’è quella di realizzare l’impianto in un ex capannone della Antonio Merloni, inserito tra i beni della procedura fallimentare.



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