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Al porto tornano i ‘pirati’
contro l’ordinanza dell’Authority:
«E’ priva di motivazioni plausibili» (Foto)

ANCONA - Manifestazione con una sessantina di presenze alla Fontana dei Due Soli per chiedere ancora una volta di riaprire lo scalo a bici, skate e monopattini. Il consigliere di Altra Idea di Città Francesco Rubini: «Sono prevalsi gli interessi economici del porto sull’interesse di un porto, soprattutto quello antico, riconsegnato ai cittadini»

I manifestanti al porto antico

di Giampaolo Milzi (foto di Giusy Marinelli)

I pirati per il “porto libero” son tornati, come promesso. Circa una sessantina, molti dei quali a piedi, meno degli oltre 100 che l’11 giugno scorso avevano messo a segno, a sorpresa, il ciclo-blitz sull’onda dello spontaneismo. Nel mirino della manifestazione autorizzata svoltasi nello scalo marittimo stasera dalle 18 – concentramento alla “Fontana dei due soli” – l’ormai “famigerata” (secondo i protestatari) ordinanza della Autorità Portuale che lo scalo lo ha chiuso a biciclette, monopattini e skateboard, e che dalle 18 alle 6 ha sprangato quotidianamente anche al deflusso dei pedoni la Portella della Dogana in piazza Santa Maria. I pirati son tornati, un’onda più bassa, ma non per questo meno increspata. Rinsaldato sul banco degli “inquisiti” il termine “sicurezza”. In compagnia dell’AP, dell’Amministrazione comunale che «ha sostenuto senza se e senza ma l’ordinanza liberticida e insensata», ha gridato un giovane al megafono. «Un’ordinanza priva di motivazioni plausibili, che è stata giustificata da chi l’ha voluta arrampicandosi sugli specchi, appunto, dello spauracchio delle esigenze di sicurezza. – ha detto il prof. Valerio Cuccaroni, fermo in piedi su uno skate, uno dei portavoce del Coordinamento Porto Aperto – Ma le problematiche di sicurezza di questo porto non sono certo rappresentate da chi come noi si batte per una mobilità eco-sostenibile, qui e in tutta Ancona, con mezzi a pedali, skate, e/o con supporto elettrico. A mettere a rischio la sicurezza dei cittadini sono soprattutto le emissioni di tir e navi, tra i principali responsabili, secondo uno studio del prof. Nello Bolognini, di molti dei 5000 casi di tumori registrati tra la popolazione. Sono i traffici che fanno figurare il porto anconetano tra i primi tre nel Mediterraneo nella nera classifica delle movimentazioni illecite». «Avremmo voluto sfilare ancora in un corteo mobile e gioioso come la prima volta. – ha proseguito – Ma ce l’hanno impedito». Il riferimento è alla nota della questura che ha autorizzato una manifestazione statica e non un corteo, come inizialmente progettato dai manifestanti.

Francesco Rubini

Duro l’attacco del consigliere comunale di Altra Idea di Città, Francesco Rubini, «alle complicità della politica, della sindaca, dell’assessore al Porto Ida Simonella e degli altri assessori e consiglieri comunali; una politica locale amministrativa che ha fatto fino ad ora solo propaganda, parlando di aprire il porto e la città al turismo, ma appoggiando un’ordinanza che produce l’effetto contrario. Sono prevalsi gli interessi economici del porto sull’interesse di un porto, soprattutto quello antico, riconsegnato ai cittadini». Insomma, un’Amministrazione comunale che chiude, guardando al passato, invece di guardare a un futuro di vivibilità. Questo il minimo comune denominatore di alcuni degli interventi di chi ha preso la parola. Tra questi il dott. Maurizio Sebastiani, presidente della sezione locale di Italia Nostra: «Basta osservare che AP e Amministrazione comunale continuano a proporre proprio qui, a due passi da monumenti storici come gli Archi di Traiano e Clementino, una nuova mega-banchina per l’attracco di super navi da crociera iper inquinanti. Le bici problema di sicurezza? Macché. La Giunta municipale manca di una vera strategia per un porto che si possa frequentare senza l’incubo dello smog.

Maurizio Sebastiani

Nella stessa direzione contraria va la cronica chiusura della Stazione ferroviaria marittima, che potrebbe assicurare una via di trasporto pulita e questa sì sicura». Chiusa, e forse per sempre, per il solito motivo-tormentone della sicurezza, anche l’accessibilità alla Lanterna Rossa, «col paradosso che l’Amministrazione comunale l’ha elencata tra i posti più panoramici e turistici della città», si è denunciato al megafono.
Alle 19,30 i pirati si sono ritirati in buon ordine, ripromettendosi di incontrare al più presto il commissario provvisorio che regge l’AP, l’ammiraglio Giovanni Pettorino, «per convincerlo a ritirare l’ordinanza». E ancora, un doppio appello: a continuare ad aderire alla petizione lanciata sul web (“Change.org”) dall’avvocato Tommaso Rossi, presidente del Comitato Parco Ciclistico del Conero, per «l’eliminazione del divieto di accesso al porto di Ancona di biciclette, monopattini e skate» (si punta a raggiungere presto le 1000 firme); a proporre nuove idee di protesta e mobilitazione sulla pagina Facebook “Porto aperto Ancona”. Tra i tanti commenti sul social media, oggi, quello del filosofo prof. Giancarlo Galeazzi: «Un plauso a chi si batte per valorizzare Ancona non solo per gli anconetani, ma per tutti !…Per un ‘libero’ porto storico e per dirottare i traghetti oltre il molo sud, liberando il centro di Ancona dal traffico dei tir e delle auto».

Tommaso Rossi

 

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