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Ospedale di Fabriano,
l’Hospice torna nella sua sede

SANITA' - L'assessore regionale Filippo Saltamartini annuncia che gli 8 posti letto destinati alle cure palliative, momentaneamente trasferiti, dal 1 settembre torneranno nella loro collocazione originaria

L’ospedale di Fabriano

 

«L’Hospice di Fabriano dal 1 settembre tornerà nella sua sede ordinaria». Ad annunciare la novità molto attesa in città è stato oggi l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, al termine di un iter da lui seguito con grande interesse e attenzione. A lui si era rivolto il sindaco Daniela Ghergo dopo il trasloco del reparto e dopo aver raccolto la lamentele dei familiari dei pazienti. Nei primi giorni di luglio il reparto Hospice dell’ospedale Engles Profili di Fabriano aveva visto lo spostamento dei pazienti nell’Unità di Medicina, a causa della carenza di personale infermieristico, scatenando la reazione dei familiari. La decisione era stata assunta per utilizzare il personale dell’Hospice nella struttura ospedaliera per garantire le ferie, a rotazione, ai dipendenti.

Filippo Saltamartini

Una scelta dalla quale l’assessore – ricorda la nota- aveva preso le distanze rispondendo ad una interrogazione in consiglio regionale, vista l’importanza della struttura e la delicatezza del suo ruolo. L’Hospice è destinato ad accogliere pazienti, prevalentemente oncologici, che hanno bisogno di un trattamento che non può essere gestito a domicilio, ma che non hanno necessità di un ricovero ospedaliero ‘per acuti’, perché richiedono una bassa intensità di intervento medico, ma, contemporaneamente, alta assistenza infermieristica. Gli 8 posti letto destinati alle cure palliative, momentaneamente trasferiti, dunque dal 1 settembre torneranno nella loro collocazione originaria. «Si tratta di un atto dovuto alle persone che soffrono e alle loro famiglie – conclude Saltamartini – l’Hospice di Fabriano è una eccellenza, pur trovandosi all’interno dell’ospedale è una struttura territoriale dove i pazienti vivono come se fossero tra mura domestiche, con dignità e circondati dall’affetto dei loro cari».



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