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Inchiesta sull’alluvione di Senigallia,
si allunga la lista delle vittime
Mangialardi: «Contestazioni tardive»

ANCONA - Il ritardo di cui parla il primo cittadino fa riferimento a una nuova notifica della procura, dove in un'ulteriore atto della chiusura delle indagini preliminari ha inserito tre nuove parti offese. Tutto ciò a oltre quattro anni dai fatti e dopo lo svolgimento della prima udienza preliminare

L’alluvione del maggio 2014

 

Alluvione di Senigallia, un nuovo avviso di conclusione delle indagini per far entrare nel procedimento ulteriori parti lese. L’atto è stato firmato oggi dai pm Bilotta, Lioniello e Dicuonzo e notificato agli otto indagati che lo scorso novembre hanno affrontato l’udienza preliminare (poi rinviata).  Con questa nuova notifica, eseguita dopo l’apertura di un ulteriore fascicolo d’indagine per omicidio colposo e lesioni gravi, si allunga la lista delle vittime che hanno diritto a costituirsi parte civile al processo. Ad inserirsi, una vittima dell’alluvione e due feriti. Il primo caso riguarda la morte di Carlo Gresta, deceduto il 26 maggio all’ospedale di Senigallia dopo essere stato prelevato il 3 dello stesso mese dal garage della sua abitazione. Era allettato ed era stato trasportato al nosocomio dall’eliambulanza. Sarebbe stata l’alterazione dello stato psico-fisico-emotivo derivato dal trambusto dell’alluvione a peggiorare le sue condizioni di salute. C’è poi una donna rimasta travolta da un cumulo d’acqua e caduta rovinosamente sull’asfalto. Era rimasta per una settimana al pronto soccorso a causa di una lesione riportata a una rotula. La terza “nuova” vittima è un uomo che per evitare di essere travolto dal fango a Borgo Bicchia era rimasto appeso  a un albero per circa otto ore. Da quell’evento sarebbe derivata una sindrome depressiva. Sui ritardi della nuova notifica è intervenuto il sindaco Maurizio Mangialardi, difeso dall’avvocato Marina Magistrelli: «Ancora un nuovo procedimento mi é stato notificato in data odierna da parte della Procura di Ancona per i fatti alluvionali del 2014. Non solo a me, ma a tutti gli altri indagati. Questa nuova contestazione è relativa alle lesioni di due persone che hanno riportato rispettivamente una lesione al ginocchio e l’altro uno “stato di ansia”. E poi, il fatto giá noto, della morte di una persona che sappiamo bene essere deceduta 23 giorni dopo l’alluvione. Tutto legittimo per carità, ma non posso non rilevare come questa nuova contestazione avvenga quattro anni e mezzo dopo i tragici fatti alluvionali e dopo la prima udienza preliminare. Un Sindaco quando viene eletto sa che si assume anche colpe pubbliche e oneri difficili. Spero di riuscire a spiegare nel processo i fatti come avvenuti. Vorrei però che non si iniziasse a fare i processi sui giornali: fanno molta pubblicità, ma non è rispettoso per le vittime dell’alluvione e per chi ha lavorato per contenerne i danni».

Alluvione di Senigallia, la burocrazia ferma il processo: 400 vittime pronte a chiedere i danni

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