Commissione d’inchiesta su Bm,
«Come ha vigilato Bankitalia?»

INCHIESTA - Corrado Canafoglia, rappresentante dell'Unione nazionale consumatori e di oltre 2800 risparmiatori che hanno subito perdite dopo il default dell'istituto di credito, è stato ascoltato oggi dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario in merito al crac Banca Marche. Presentato un esposto sulle fasi post Bianconi

L’avvocato Canafoglia con le valigie piene di documenti durante l’udienza preliminare per il crac della banca

 

«Banca Marche è l’istituto che, tra le quattro banche risolte, rappresenta più delle altre il grande buco. Su un miliardo e 700 milioni di euro, Bdm ha un miliardo di perdite, gli altri soldi sono divisi tra gli altri tre istituti. È per questo che i risparmiatori meritano un’attenzione particolare in questa vicenda». È iniziato con queste parole il discorso dell’avvocato Corrado Canafoglia, rappresentante dell’Unione nazionale consumatori e di circa 2800 persone danneggiate dal crac della banca, durante l’audizione in Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario tenutasi oggi a Roma e presieduta da Pierferdinando Casini. Il legale ha ripercorso le sorti dell’istituto di credito, dal commissariamento fino alla vendita per 0,33 centesimi a Ubi Banca «per rilevare 279 filiali su tutto il territorio». Ci sono state tre fasi che hanno portato al default, secondo l’avvocato: «Una è l’era Bianconi che riguarda la concessione e la gestione dei mutui, fino al luglio 2012, e da cui è derivato il processo in atto. Poi, c’è stato il post Bianconi fino al 2013 quando è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione e infine il periodo del commissariamento, terminato nel 2015. Noi vogliamo soffermarci proprio su queste ultime due fasi che non hanno ricevuto alcun tipo di attenzione da parte della procura. E chiarire alcuni punti, che riguardano gli organi di controllo. Bankitalia e Consob hanno vigilato? Come lo hanno fatto? Ci sono state piccole disattenzioni o qualcosa di più? Sono questi i problemi che vogliamo porre alla magistratura e alla Commissione. Proprio in merito, nell’aprile 2017, abbiamo presentato un esposto in tre diverse procure, esteso per conoscenza al presidente Gentiloni, al ministro Padoan e al sottosegretario Baretta. Ancora non conosciamo l’esito di quanto prodotto, forse i tempi non sono maturi». La documentazione, che è stata anche depositata in Commissione, riguarda quattro punti: l’aumento di capitale sociale deliberato nel 2012, la svalutazione crediti deteriorati, e l’excursus delle vicende societarie prima e durante il commissariamento della banca. L’audizione in Commissione si è svolta all’indomani della notizia del sequestro di 15 milioni di euro nei confronti di sei ex amministratori di Medioleasing.

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