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New deal del porto,
c’è l’ok del Consiglio
sulla banchina delle crociere

ANCONA – Approvata a larga maggioranza la variante localizzata che permette di modificare la destinazione d'uso del fronte esterno del molo Clementino. Un progetto da 22,2 milioni di euro che permetterebbe l'attracco di navi fino a 350 metri. Il prossimo step burocratico è quello della Conferenza dei servizi del 29 aprile. Mancinelli: «Vocazione turistica della città ha ora basi più solide». Opposizioni critiche su viabilità ed impatto ambientale

 

 

di Martina Marinangeli

Un porto sempre più moderno e volano per la vocazione turistica della città. Il Consiglio comunale ha dato oggi (12 aprile), a larga maggioranza – contrari Rubini (Aic) e Tombolini (60100), astenuti Movimento 5 stelle e Forza Italia –, il nullaosta alla variante localizzata, primo fondamentale step del progetto dell’Autorità di sistema portuale per il banchinamento del fronte esterno del molo Clementino, dove sorgerà il nuovo terminal crociere per l’attracco di navi lunghe fino a 350 metri. Lo strumento della variante localizzata permette infatti di cambiare la destinazione d’uso della banchina – da un utilizzo per navi militari e mezzi di servizio a finalità crocieristiche – senza dover attendere la modifica del piano regolatore del porto. Il prossimo passo nell’iter burocratico del progetto è quello della Conferenza dei servizi del 29 aprile, quando dovrebbe arrivare il sigillo ministeriale.
«Dopo tanti anni, il dibattito intorno al tema mette i piedi a terra, o meglio, sull’acqua – commenta ironica l’importante passaggio in Aula la sindaca Valeria Mancinelli –. Dalle parole passiamo ai fatti e abbiamo posto le basi per la creazione di un’infrastruttura decisiva per lo sviluppo del traffico crocieristico. La vocazione turistica di Ancona inizia ad avere basi più solide».

Il banchinamento del molo Clementino è un’opera faraonica il cui costo complessivo è stimato in 22,2 milioni di euro – in parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed in parte di privati – con un orizzonte temporale di 52 anni, due per la realizzazione dell’opera stessa e 50 di operatività del progetto che, secondo l’analisi costi/benefici, genererà un flusso di cassa economico-sociale complessivo di 77 milioni. Le stime della relazione parlano di 130 approdi dal settimo anno in poi, con un flusso di quasi 400mila crocieristi (tra imbarco/sbarco e in transito) e quasi 70mila membri di equipaggio. Numeri che si tradurranno anche in un incremento dell’occupazione, generando circa 1.468 unità lavorative.
Al momento, il porto dorico non dispone di banchine lunghe abbastanza da garantire l’approdo di grandi navi da crociera di moderna generazione (di lunghezza pari a 350metri), e per questa ragione l’Autorità portuale ha fortemente voluto la realizzazione del nuovo terminal.
«Le navi continueranno ad essere costruite con dimensioni sempre maggiori – ha spiegato Matteo Paroli, segretario generale dell’Adsp, durante la seduta odierna del Consiglio comunale – e ad Ancona oggi c’è un limite strutturale. Il progetto consentirà l’ingresso di unità almeno di 330 metri di lunghezza, che riescono a portare fino a 5mila passeggeri più 2mila membri dell’equipaggio, per un totale di circa 7mila persone a bordo». Paroli ha poi reso noto che «Msc ha formalmente manifestato interesse a partecipare al bando di gara per la gestione del terminal, ma abbiamo ricevuto anche manifestazioni d’interesse da molti altri soggetti». Il progetto del nuovo terminal da 2.400 mq prevede anche una nuova viabilità, con due aree di parcheggio alle estremità del molo e una nuova strada da realizzare lungo le mura storiche all’interno dell’area Fincantieri così. Prevista poi «la realizzazione di un parcheggio multipiano, nell’area attualmente in uso a parcheggio per gli addetti di Fincantieri, destinato ai crocieristi che sceglieranno di raggiungere l’home port di Ancona con il proprio veicolo.

Il consigliere comunale di Ancona di Altra idea di città, Francesco Rubini

Critico sul progetto il consigliere Francesco Rubini (Aic), che ha puntato l’accento sulle ripercussioni ambientali e non solo dell’opera: «nelle ore di punta, stando alla relazione, si passerà dai 1600 ai 3000 veicoli in transito nel porto. Inoltre, la città sarà esposta a due ore di emissioni inquinanti dalle navi poiché servirà un’ora per attraccare e un’ora per salpare. I costi sociali sono tutti per Ancona, mentre quando si parla degli oltre 1400 posti di lavoro, va ricordato che solo 40 ricadranno sul porto, mentre per il resto, con ogni probabilità, saranno distribuiti per tutto il centro Italia». Sempre citando l’analisi costi/benefici, Rubini sottolinea come sia la fase di cantiere che i esercizio dell’opera comporteranno inevitabilmente un bilancio negativo in termini di consumi energetici».
Il gruppo consiliare della Lega, che in Aula ha votato con la maggioranza, ha però auspicato che «l’approvazione di questa proposta non sia l’ennesimo alibi per un’amministrazione che ha bisogno di gettare fumo negli occhi dei cittadini per nascondere il vuoto politico e progettuale che rappresenta. Sul tema del nuovo banchinamento, infatti, prevale il ruolo dell’autorità portuale, mentre, come emerso nel dibattito in consiglio, niente viene detto dalla maggioranza politica a riguardo di come l’amministrazione comunale intenda integrare lo sviluppo del porto con quello della città, nulla si dice su come realizzare una progettazione pluriennale a 360 gradi volta a valorizzare e a sviluppare il turismo e l’accesso alla città».

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