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Confronto con l’Iss, Acquaroli duro:
«Più semplice dire subito “chiudiamo”»
La Regione: «Il sistema sanitario regge»

DA GIALLO AD ARANCIONE - Il governatore: «Provvedimento imposto, è umiliante». Il punto di Palazzo Raffaello: «Le strutture sanitarie regionali hanno capacità e spazio importante a disposizione per accogliere sia i pazienti Covid che chi ha altre patologie. Stazionaria la richiesta di ricoveri in terapia intensiva»

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«Il sistema sanitario regionale tiene. Stazionaria la richiesta di posti letto in terapia intensiva». A dirlo una nota della Regione in cui viene fatto il punto sulla situazione attuale. Ieri è stato annunciato che le Marche passeranno a regione arancione, da gialla «nonostante – dice Palazzo Raffaello – i dati confermino un rallentamento della crescita epidemiologica». Più duro il governatore Francesco Acquaroli che pochi minuti fa su Facebook ha lamentato la decisione comunicata dal Governo, dicendo che «Dopo un confronto con l’Istituto superiore di sanità un particolare è emerso chiaramente: che sarebbe stato più semplice dire subito “chiudiamo”. La pandemia c’è, il virus gira e bisogna essere prudenti, ma non bisogna nascondersi dietro i numeri o le formule per fare scelte di altra natura. Chiudere può anche essere giusto e condivisibile, ma non può essere frutto di una imposizione. È umiliante e non sarà la soluzione».

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Il governatore Francesco Acquaroli

Intanto la Regione ha fatto il punto sulla situazione, a partire dagli ospedali. «La rete ospedaliera ha dimostrato e continua a dimostrare una buona capacità di tenuta all’ondata pandemica. Si conferma che le strutture sanitarie regionali hanno capacità e spazio importante a disposizione per accogliere sia i pazienti Covid che i pazienti con patologie ordinarie. Come confermano i dati degli ultimi giorni, il bisogno di terapia intensiva per pazienti Covid è al momento stazionario. Rispetto agli iniziali 115 posti letto di terapia intensiva, è stato approntato un incremento di più del 40% di posti letto aggiuntivi (per un totale ad oggi di 164 posti letto), che ci consente di mantenere a disposizione dei cittadini le risposte per interventi chirurgici necessari per la garanzia della salute pubblica». In aiuto, comunque, è pronto ad intervenire anche il privato: «la rete ospedaliera del privato accreditato ha testimoniato la volontà di essere a disposizione per allargare l’offerta sia per pazienti Covid che per pazienti non-Covid, accettando i trasferimenti dagli ospedali pubblici e consentendo pertanto di liberare posti letto» prosegue la Regione. Per i pazienti che vengono dimessi dagli ospedali ma hanno ancora bisogno di cure, «sono attive e in fase di potenziamento strutture residenziali post-acuzie. La Regione ha anche individuato nei giorni scorsi 10 alberghi, di cui 2 già contrattualizzati e aperti, per garantire l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria dei soggetti Covid positivi che non hanno bisogno di cure ospedaliere e che non possono effettuare l’isolamento delle proprie abitazioni». Sono attive al momento 33 unità di Usca, squadre che vengono inviate sia a domicilio che nelle strutture per anziani. «Questi fattori permettono di rassicurare ad oggi la popolazione sulla tenuta del sistema sanitario regionale che sta reggendo prontamente alla seconda ondata pandemica ed è pronto a rispondere alle esigenze dei cittadini. Si continua a monitorare costantemente la situazione nell’attesa di conoscere i dati delle prossime settimane» conclude la Regione.



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